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La partenza del marito si trasforma, per Evelina, in una ghiotta occasione volta a farle godere appieno la propria libertà…
Diamo
inizio all’ottava parte del racconto!
Claude Monet, Bordighera,
1884 |
In occasione dell’assenza del marito, la donna aveva regalato la giornata libera ai suoi dipendenti. Vestitasi di tutto punto era pronta ad affrontare una giornata piuttosto tranquilla, presso la sede principale della fondazione Rasini.
Tanto era stata deliziosa la mattina, scivolata via in un attimo, senza venir minimamente sfiorata dal tedio, quanto il pomeriggio sembrava non volesse finire mai.
Con la primavera inoltrata il sole splendeva a lungo ben alto in cielo e, se tutto quel chiarore invitava gli uccellini del giardino della villa a svolazzare ovunque in un concerto di cinguettii, così come invogliava i pappagalli a ciangottare a più non posso, il suo effetto su Evelina, trattenuta per volontà propria all’interno degli austeri locali di quell’ente, si traduceva in un poderoso stimolo a sospendere repentinamente i lavori per abbandonarsi a pensieri più ameni. Con quell’andazzo le era difficile mantenere la concentrazione e ogni pratica, anche la più banale, veniva evasa alla velocità delle lumache, trasformando la sua permanenza in un impegno più gravoso del previsto.
Verso le cinque, finalmente, si apprestava a tornare a casa a piedi risalendo il dolce pendio, con molta calma. Lungo il tragitto si imbatté in un nugolo di zanzare, le quali avvertendo prima degli umani il lento calar del sole e l’umidità rilasciata dal terreno, cominciavano a farsi più audaci, abbandonando i cespugli in cui erano rimaste nascoste tutto il giorno, per infierire sui malcapitati con la loro proboscide succhiante trafiggendoli senza remore. Cercò di cacciarle con l’aiuto del suo grazioso, ma poco efficace, cappellino e, per non soccombere, dovette rassegnarsi ad affrettare il passo.
Giunta alla villa, si diede appena il tempo di togliere il soprabito, appenderlo alla rastrelliera posta in anticamera e subito corse a rinfrescarsi. Più tardi, una volta recuperata la necessaria pacatezza, si avviò in cucina intenzionata a preparare un “meraviglioso” plum-cake alla vaniglia e frutta secca. Quello era un dolce che preparava raramente, ma che ogni volta le restituiva un’immensa soddisfazione. Non per niente lei stessa lo aveva denominato la torta della felicità. Si mise all’opera. Allestì tutto l’occorrente sul tavolo. Poi, con sapienza, impastò la farina con le uova, batté a parte un albume con il latte a cui aggiunse il burro, un pizzico di questo e un pizzico di quell’altro e l’impasto fu pronto per essere versato in una pirofila, da sistemare in forno. Stava per decorare la torta appena sfornata, quando sentì suonare il campanello.
«Non ricordavo di aspettare visite. Chi sarà mai?» disse tra sé e poco dopo si accinse ad aprire un poco la porta per vedere chi fosse arrivato. Dinanzi a sé trovò un signore e una signora sorridenti, sui trent’anni, che ad uno sguardo veloce le parsero vestiti in modo appropriato per il quartiere. Lui indossava una giacca elegante, senza ricercatezza e teneva in mano un vassoietto avvoltolato in una carta da pasticceria. Le venne in mente che quei due potessero essere i nuovi vicini, arrivati da un paio di settimane ad abitare nella casa situata poco più avanti sulla strada, dalla quale era appena stato tolto il cartello «affittasi». Sì, ne era sicura. Si trattava della coppia che aveva intravisto nei giorni precedenti, mentre si trovava affaccendata in giardino. Sfilò il catenaccio e spalancò l’uscio.
«Buonasera. A cosa devo la vostra visita?»
Confortati dal cordiale sorriso dell’anziana, i giovani si guardarono tra loro, dopodiché l’uomo si fece coraggio:
«Buonasera a lei, signora! Siamo i nuovi vicini e volevamo semplicemente presentarci, se non diamo troppo disturbo.»
«Sì, sì, sì, ma certo, lo avevo immaginato. Prego, accomodatevi, nessun disturbo, anzi, mi fa molto piacere!» e li fece entrare.
Seduti in salone iniziarono a conversare.
Vi aspetto venerdì prossimo con la nona parte del racconto! :-)
Sempre più misterioso.... bene, bene :-)
RispondiEliminaMancano solo due appuntamenti alla fine... 😎😉
EliminaMa che bello😀anche tu stai scrivendo un racconto a puntate...andrò subito a leggere tutto dall' inizio....
RispondiEliminaSei...ti va puoi leggere il mio sul blog www.kleliacrea.blogspot.it
Ciao Clelia, grazie della visita e dell'informazione. Non mancherò!
EliminaBella questa nuova puntata, mi ha trasmesso tutto il calore dell'estate! :)
RispondiEliminaTi segnalo un piccolo refuso: "per abbandonandosi", credo sia "per abbandonarsi" oppure "pur abbandonandosi".
Grazie! :-))) Corretto subito! ^_^
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