lunedì 25 giugno 2018

Gustavo Rol, l’uomo del “tutto è possibile”





«Spalancare le porte dell’infinito, distruggere la malinconia, superare il terrore della morte».

Questa è una delle frasi pronunciate in modo ricorrente da uno dei personaggi del ‘900, a mio parere, più affascinanti e, al tempo stesso, più difficili da inquadrare: Gustavo Adolfo Rol.

Rol nel suo studio
Rol nasce il 20 giugno del 1903 in una famiglia agiata di Torino. Il padre, Vittorio, è un avvocato che, nel 1909 viene incaricato di aprire e dirigere la sede torinese della Banca Commerciale Italiana, la madre, Martha Peruglia, è figlia del Presidente del Tribunale di Saluzzo. Il giovane cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta fin da giovane le famiglie più in vista della città, si interessa alle arti, alla pittura e alla musica. Nel 1922 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino, dove si laurea. In seguito studia anche scienze commerciali a Londra e si interessa di biologia, con il sostegno del premio Nobel, Jacques Monod, che conosce a Parigi negli anni ‘50. Inizia a lavorare per diverse banche e in questo modo gira tutta l’Europa.


Intorno agli anni ’30 decide di cambiar vita, lascia il lavoro nelle banche, si dedica al commercio di oggetti antichi e alla pittura. A Parigi, in un café, conosce la ragazza che poi diverrà sua moglie. Si chiama Elna Resch-Knudsen, norvegese, figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato.


Rol a 5 anni (a destra) con madre e fratelli
Durante la Seconda Guerra Mondiale si arruola nel corpo degli Alpini e dopo l’8 settembre del 1943 mette in gioco le sue potenzialità telecinetiche per salvare molte persone condannate alla fucilazione da parte dei nazi-fascisti, stupendo e divertendo con i suoi esperimenti i vari ufficiali tedeschi.
Potrebbe approfittare delle sue strabilianti doti per arricchirsi, ma non lo farà mai. Anzi, continua a vivere un’esistenza all’insegna della riservatezza e della sobrietà. Rifugge la popolarità e prende nettamente le distanze da qualsivoglia ambiente legato all’esoterismo, di cui Torino abbonda, tra l’altro.

Muore il 22 settembre 1994, ultranovantenne, nella sua città.
Elna Rol da giovane
La sua fama di sperimentatore del paranormale, invece inizia in modo da lui stesso definito “molto banale”.

Sollecitato dal giornalista Renzo Allegri, su “L’uomo dell’impossibile”, egli risponde così:
«Era un pomeriggio di sabato. Avevo ventitré anni e mi trovavo a Marsiglia perché lavoravo in quella città. Notai nella vetrina di un tabaccaio una scatola contenente due mazzi di carte da gioco; la scatola era scivolata e un mazzo, uscendovi, si era rovesciato in maniera che non se ne scorgeva il dorso. Sull’altro mazzo era visibile il dorso di colore verde. Incuriosito, cercai di immaginare il colore dell’altro mazzo. Allontanandomi, non potevo distogliere il pensiero da quel mazzo di carte. La mia curiosità diveniva sempre più grande: quale colore aveva accostato al verde il fabbricante delle carte? Azzurro non mi sembrava possibile, rosso sarebbe stato banale, giallo… forse il giallo… ecco il giallo mi pareva adatto ad accostarsi al verde. Ritornai sui miei passi e riguardai la vetrina. I mazzi di carte erano ancora lì e poiché la mia curiosità era sempre maggiore, entrai nel negozio ed acquistai quelle carte. Rimasi molto deluso perché il mazzo rovesciato aveva il colore nero».


Rol nel 1924
Per gioco, dunque, inizia un lunghissimo studio sulla relazione che lega il suo cervello con le sorgenti del caso e della materia. Durante i primi due anni stabilisce l’esistenza di un legame essenziale tra i colori e i suoni. Un rapporto che egli stesso definisce «atto a favorire quella particolare sensazione psichica offerta dalle vibrazioni provocate dai colori e dai suoni, che avrebbe potuto tradursi in una sorta di ‘calore’.”
Va da sé che, in seguito ai primi esperimenti sulle carte, inizia a studiare le tradizioni della mistica e della teologia di tutte le religioni, immergendosi in un cammino di profonda ricerca esoterica.
Continuando a rispondere al giornalista Rol aggiunge:
«Sono indicazioni vaghe, queste, ma ho voluto fornirle egualmente per smentire che io sia nato con delle particolari facoltà sensorie, per le quali, oggi, mi si vorrebbe indicare quale ‘sensitivo’ dagli studiosi di parapsicologia. »

Casa Rol
E, non a caso, Allegri inizia la prima monografia mai scritta su questo curioso personaggio, usando le seguenti parole:

«Non è possibile dare una definizione di Rol. Egli le rifiuta e le contesta tutte. Non è un medium, non è un mago, non è un guaritore, non è un veggente, non è un paragnosta […] Le sue esibizioni sembrano violare in modo sconcertante le leggi fisiche. Sa scrivere a distanza, leggere in un libro chiusa, disintegrare gli oggetti, trasportarli senza toccarli; inoltre, sa predire il futuro, vede intorno al capo di ogni uomo la famosa “aura” di cui parla la filosofia indiana, e conosce tutto dell’individuo che osserva; è stato fotografato nello stesso istante in due città diverse, lontane migliaia di chilometri l’una dall’altra; può mettersi in comunicazione con lo “spirito intelligente” di chiunque, vivo o morto che sia; fa e fa fare viaggi nel passato e nel futuro. E tutto questo con la massima naturalezza, spontaneità, semplicità, senza mai andare in trance, a volte per strada, o anche al ristorante, come fossero azioni normali della sua normale vita quotidiana. »  

Gatto, olio su tela di G. Rol
Infatti, proprio nella consapevolezza che Renzo Allegri stia conducendo un’inchiesta sul paranormale per conto del settimanale “Gente”, egli si pronuncia in questo modo:
«Ma è sicuro che io sia importante per la sua inchiesta? Io sono una persona qualsiasi. Non ho niente a che vedere con i medium, i guaritori, gli spiritisti che lei intervista. Quello è un mondo lontano dalla mia mentalità. I miei modesti esperimenti fanno parte della scienza. Sono cose che in un futuro tutti gli uomini potranno realizzare. »

È evidente quanto sia conscio di possedere i pregi e i difetti di tutti gli altri esseri umani, seppure lo sia altrettanto di essere dotato di capacità che egli stesso non è in grado di spiegare compiutamente. Ebbene, ciononostante nutre un profondo scetticismo nei confronti dello spiritismo, mentre si sente più affine a un ricercatore dei campi del possibile a cui stanno profondamente a cuore le leggi che regolano l’attività della materia e il suo continuo mutamento, nel campo della chimica e della fisica.
Per Rol la materia è energia e ogni cosa, animata o inanimata, possiede uno “spirito” e a questo “spirito” egli conferisce una prerogativa assoluta.

Serata a casa Rol
Man mano che i suoi studi avanzano cresce la sua fama. E così entra in rapporti di conoscenza con personaggi che, a vario titolo, hanno lasciato un segno nella storia del XX secolo: Mussolini, Enrico Fermi, Curzio Malaparte, Albert Einstein, Pablo Picasso, Elisabetta d’Inghilterra, Benedetto Croce, Valentino Bompiani, Alberto Bevilacqua, John Kennedy, John Cage, Gabriele D’Annunzio, Georges Braque, Jean Cocteau, Salvador Dalì, Vittorio Valletta, Giovanni Agnelli, Cesare Romiti, Valentina Cortese, Vittorio Gassman, Giorgio Strehler, Dino Buzzati, Dino Segre, Franco Zeffirelli, Federico Fellini, e molti altri ancora.

Rol con John Cage
Sono numerosissimi gli esempi delle straordinarie esperienze condotte da Rol che vengono riportate sul libro di Allegri e su molte altre biografie a seguire. Invitandovi a sfogliare le pagine di questi libri, ne do un assaggio:

(da “Rol, L’incredibile”, di Renzo Allegri, Musumeci, 1986)
«Un giorno invitai a casa mia Rol per fargli vedere un quadro che avevo appena acquistato. So che non ama certa pittura contemporanea, ma, poiché è un grande intenditore d’arte tenevo molto al suo giudizio. Accompagnandolo in salotto gli dissi: Ecco il quadro. “Non mi piace” disse subito Rol e aggiunse: “Te lo scarabocchio”. Estrasse la sua famosa matita e la puntò contro il quadro tracciando dei segni nell’aria. Per carità non farlo, gridai io. Mi è costato un sacco di soldi. Corsi verso il quadro per vedere se Rol me lo avesse rovinato, ma non notai nessun segno. Meno male che non hai combinato disastri, esclamai sollevato. “Prova a togliere quel quadro”, disse ancora. “Lo tolsi e sul muro c’era un vasto scarabocchio a matita. Rol aveva risparmiato il mio quadro; ma aveva manifestato il suo dissenso scrivendo sul muro sotto il quadro».
«A volte Rol “scrive” anche sui tovaglioli delle persone che stanno ai tavoli vicini. Lo fa solo quando è sollecitato dagli amici, che vogliono divertirsi. Mi hanno riferito che uno di questi è Federico Fellini. Quando si trova a Torino, il riferito regista va sempre a salutare Rol. Poi lo invita a pranzo e infallibilmente gli chiede di “scrivere” a distanza, sui tovaglioli di certi commensali. Rol si rifiuta, dice che non riesce a fare qualcosa che altri vorrebbero, ma poi finisce per cedere. Fellini sceglie certi signori corpulenti, che pranzano con il tovagliolo puntato sul petto sporgente. “Scrivigli qualche epiteto spiritoso”, suggerisce a Rol. Il sensitivo traccia dei segni per aria e sul tovagliolo bianco del tranquillo commensale appaiono le frasi più strane, spesso pungenti.
Quando il “bersagliato” se ne accorge protesta con i proprietari del ristorante. Qualcuno si arrabbia, minaccia e Fellini si diverte un mondo. Un medico mi mostrò una tovaglia con una rosa disegnata sopra, una rosa in un vasetto di vetro. “Rol disegnò la rosa”, mi disse il medico “che era sul nostro tavolo, e mi donò la tovaglia” aggiunse. Gli feci osservare che mancava il vasetto. “Sei proprio incontentabile”, disse Rol “Tieni bene sollevata la tovaglia” aggiunse. Così a un metro di distanza, sotto gli occhi delle persone che erano al tavolo con noi, il vasetto venne tracciato per aria e apparve immediatamente sulla tovaglia, completando il disegno». 

(da L’uomo dell’impossibile, Viaggio nel paranormale, le storie dei sensitivi italiani nella grande inchiesta di Gente, Rusconi, 1978)
«Distribuì dei fogli di carta perfettamente bianchi. Li osservai attentamente: erano comuni fogli di carta, tolti da una risma intonsa. Ci invitò a piegarli alcune volte e a riporli al centro del tavolo. Uno di quei fogli isolato, contrassegnato e consegnato a me con l’invito di mettermelo in tasca. Lo controllai ed eseguii. A questo punto Rol chiese ai presenti di indicare un argomento. Ci consultammo e decidemmo di parlare di arte. “Sta bene” aggiunse Rol. “Parliamo pure di arte”. Si cominciò col dire che l’arte proviene dal pensiero, che è possibile dividerla in arte antica e arte moderna, arte classica e arte astratta. Rol chiese che gli dessimo una definizione di arte classica e arte astratta. Una signora disse: “L’arte classica proviene dall’espressione del pensiero”. “È una definizione non proprio ortodossa” disse Rol, “comunque va bene. Ora chiediamo all’Enciclopedia Treccani una definizione dell’arte astratta. Attraverso le carte, in modo che sia il caso a decidere, sceglieremo due numeri di due cifre ciascuno: il primo indicherà il volume dell’enciclopedia, e il secondo la pagina di quel volume. Ebbene, la prima riga della pagina che indicheranno i numeri scelti a caso, dovrà iniziare con una frase che sia una risposta logica alla domanda: ‘Da dove proviene l’arte astratta?’”. La prima carta estratta era un 2 e la seconda un 3: il primo numero quindi era il 23; il secondo risultò essere il 22. “Allora”, disse Rol “dobbiamo controllare il volume ventitreesimo a pagina 22”. Fu portato il ventitreesimo volume della Treccani: alla prima riga della pagina 22 leggemmo: ‘dalla metafisica del pensiero’. “È una buona definizione”, disse Rol. “L’arte astratta proviene dalla metafisica del pensiero. È un concetto che non mi dispiace. Mi faccia vedere il foglio che ha in tasca”, disse rivolto a me. Me ne ero dimenticato. Lo presi, e al centro a matita c’era scritto: ‘dalla metafisica del pensiero’: la stessa frase indicata nell’enciclopedia dai numeri scelti a caso. Rol sorrise guardando il mio stupore. Poi volle firmarmi il foglio a ricordo di quell’esperimento».

(da “Universo proibito”, SugarCo editore, di Leo Talamonti, 1966)
«Fu nel marzo 1961 che incontrai per la prima volta il dottor G. Rol. Gli avevo telefonato da Milano nel pomeriggio di un mercoledì, e si era rimasti d’accordo che ci saremmo incontrati in casa sua due giorni dopo, cioè il venerdì successivo, alle 21,30. Ma io anticipai la partenza e giunsi a Torino nelle prime ore pomeridiane del giovedì. Ero appena sceso in un alberghetto scelto a caso tra i numerosi della zona di Porta Susa, quando fui raggiunto da una sua telefonata assolutamente inattesa: “Ho cambiato idea: venga pure questa sera, alla stessa ora che avevamo fissato per domani”.
“Ma lei come fa a sapere che sono già arrivato e che mi trovo in questo albergo?”
“Stavo disegnando a carboncino e la mano ha scritto automaticamente il suo nome, aggiungendo l'indicazione: albergo P., stanza 91”.
Elementi, nella normalità, ignoti al sensitivo. Quando mi presentai a casa sua... avevo con me una delle solite cartelle di cuoio con vari incartamenti... mi apostrofò con queste parole: “Vedo che la sua cartella contiene due articoli sulla telepatia, già pronti ma non ancora pubblicati. Argomento interessante”. Era vero, ma come faceva a saperlo? Senza darmi il tempo di proseguire, disse: “L'avverto però che l’episodio riguardante Napoleone, di cui lei parla nel secondo articolo, contiene una inesattezza. Posso dargliene la prova”. ».

Paesaggio, olio su tela, Gustavo Rol
(da “Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore”, di Giuditta Dembech, ed. Ariete, 2005, un episodio vissuto in prima persona dalla giornalista e scrittrice)
«Un pomeriggio mi trovavo a casa sua, da lui c’erano due ragazze di cui non ricordo il nome. Al momento di congedarci Rol chiese di dargli un passaggio fino a Porta Nuova. Io non avevo ancora la patente e chiese di accompagnare anche me per non farmi prendere il taxi. Le ragazze avevano una microscopica Fiat Cinquecento, lui era alto un metro e novanta; ridendo, obiettarono che in quattro saremmo stati molto stretti. Da parte mia rinunciai al passaggio. Non così Rol:
“Di cosa vi preoccupate? Io posso diventare grande o anche piccolissimo! Non ci credete? Ecco qua…”
Eravamo in piedi all’ingresso, pronte per uscire, si infilò i pollici sotto alle bretelle elastiche e le tirò estendendole verso l’esterno. Un gesto normalissimo e un po’ gigione, ma…Sotto ai nostri occhi divertiti tutto il suo torace si era… espanso, gonfiato a dismisura… Estese le bretelle verso l’alto ed ecco che si era allungato anche in altezza oltre che in larghezza! Era diventato enorme come l’omone della Michelin! Toccava quasi il soffitto, dovevamo alzare la testa per guardarlo! Era buffissimo… ridevamo come pazze!
“Eh, che ne dite? Ma posso anche diventare piccolo piccolo…”
Sempre ridendo, lasciò andare con uno schiocco le bretelle elastiche sul torace, e lo vedemmo come “sgonfiarsi”, si ritirò tutto su se stesso, come se si fosse accartocciato, divenne piccolo e magro, più piccolo di me che sono alta 1,65… Giusto il tempo di farci un’altra risata divertita e, non saprei dire come, era tornato normale… Ma la cosa che oggi ritengo più incredibile è che noi tre, anziché rimanere esterrefatte, magari anche impressionate, ridevamo, come fossimo al circo…»

(da una testimonianza dello scrittore Vittorio Messori, da lui stesso riportata sullo speciale Sette del Corriere della Sera, dell’ottobre del 1994)
«Si conversava, un giorno (era con me Giuditta Dembech) nel grande salone stile Impero, in attesa di trasferirci nell’ambiente attiguo per gli “esperimenti”. Si venne a parlare di quel Cottolengo dove Rol (mi dicono) era una presenza abituale e benefica e che, come si sa, non vive che di ciò che, giorno per giorno offre la Provvidenza. Sapevo bene che non aveva mai voluto approfittare per sé delle sue capacità inspiegabili. Ma per qual motivo non per gli altri?
“Dottor Rol”, gli chiesi dunque, “perché, con questa sua possibilità, mille volte provata, di ‘prevedere’ ciò che uscirà da un mazzo di carte o da una roulette, non sbanca un casinò? Perché non sottrarre qualche miliardo a quegli speculatori per dirottarli verso chi ne ha bisogno?”. Sorrise e lasciò cadere la domanda.
Poco dopo, ci sedemmo attorno al gran tavolo antico. Lui era a un capo, io a un altro, a notevole distanza uno dall'altro. La luce nell’ambiente era piena: non era ancora del tutto buio e i lampadari di cristallo erano accesi. Dopo qualche incredibile quanto consueto – per  lui – “esperimento” con le carte, mi si rivolse all’improvviso:
“Caro amico, voglio rispondere alla sua domanda. Si alzi, nel cassetto di quel tavolino troverà una risma di fogli bianchi. Ne prenda alcuni, li esamini uno ad uno, ne controlli la filigrana in controluce. Poi li ripieghi in quattro e li infili nella tasca interna della sua giacca. E chiuda bene il bottone!”.
Eseguii, ritornai al mio posto. Rol non si era mosso dal suo, non ci si era sfiorati. Per un attimo piegò la testa all’indietro, “scrisse” nell’aria con una sua matita – famosa tra i suoi frequentatori – rivestita di bambù. Subito dopo mi disse di estrarre dalla giacca i fogli bianchi che avevo controllato a uno a uno e che io solo avevo toccato. Sul foglio più interno stava scritta, a matita, la risposta alla mia domanda:
“Sarebbe una beneficienza fatta senza sacrificio, quindi non avrebbe valore alcuno (qui, una parola indecifrabile, n.d.r.) dello spirito di Rol”.
Volle che gli consegnassi il foglio: con la stessa matita (anche se in carattere più marcato) e con la stessa calligrafia – era inconfondibilmente sua quella “apparsa” di colpo nella mia tasca, quasi che la grafite si fosse depositata venendo dall'aria – scrisse: “Proprietà del dottor Vittorio Messori, 11 aprile 1989. R”.
Lo arrotolò e me lo consegnò “per ricordo”».

Gustavo Rol 
Ebbene, come avrete intuito, non è semplice trattare il retroterra filosofico di Rol, ma di sicuro possiamo dire che esso ha molto a che fare con la fede.
Infatti, in uno degli incontri narrati dallo stesso Allegri, egli, nel cercare di spiegare alcuni passaggi inerenti ai suoi prodigiosi esperimenti, prende il libro del Vangelo e indica le seguenti parole: “È la fede che smuove i monti”. Immediatamente aggiunge:
«Non si fermi al concetto di fede religiosa. Sostituisca pure alla parola fede quella di fiducia incrollabile. È la stessa cosa. Anche coloro che non credono in Dio possono avere una fiducia incrollabile […] Avrà notato che molto raramente cito nomi di filosofi, di scienziati, o di santi perché ognuno di noi ha i mezzi per intuire da solo. Questa è la vera strada della conoscenza. È vero che i maestri agevolano il cammino, ma forse il loro passo è più lento del nostro, il loro sguardo meno acuto, la loro resistenza meno grande. La mia non è presunzione e neppure mancanza di umiltà. Riconoscendoci in ciò che è possibile compiamo un atto di fede ed allora non manchiamo certamente la meta».
Orbene, non so a voi, ma a me anche quest’ultima affermazione ricorda tanto da vicino quella espressa ne “Lo Zen e il tiro con l’arco” (p. 24): “Eppure viene il giorno in cui questo impossibile diventa possibile, anzi persino ovvio.” (se vuoi leggere l’articolo clicca QUI).

Come molti di voi già sapranno, su Gustavo Rol sono state scritte e dette tantissime cose, nel bene e nel male.
Io ho sempre guardato a quest’uomo con il grande rispetto che si rivolge agli individui intelligenti, sensibili, gioiosi, sicuramente speciali, ma soprattutto desiderosi di apportare qualcosa di buono per impedire alle persone di cadere nella disperazione, donando speranza e confidando nella pace nel mondo.

Gratitudine, olio su tela, G. Rol
E voi, cosa ne pensate?

« In un momento qualsiasi della giornata lo spirito può divenire improvvisamente sereno, come il paesaggio all'alba. E' l'istante, questo, della grande iniziazione al sublime, dove si incontrano le grandi cose, come l'amore, la speranza o addirittura la rinuncia. »
Gustavo Rol, 7 luglio 1947











BIBLIOGRAFIA:

Renzo Allegri, “L’uomo dell’impossibile”, in “Viaggio nel paranormale”, Rusconi, 1978
Renzo Allegri, “Rol, L’incredibile”, Musumeci, 1986
Leo Talamonti, “Universo proibito”, SugarCo editore, 1966
Giuditta Dembech, “Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore”, ed. Ariete, 2005
Vittorio Messori, Sette del Corriere della Sera, dell’ottobre del 1994
Gustavo Adolfo Rol, Wikipedia

ICONOGRAFIA:
Gustavo Rol, Renzo Allegri, L’uomo dell’impossibile, Viaggio nel paranormale, Rusconi, 1978
copertine dei libri su Gustavo Rol:  http://2000-2013.gustavorol.org/home.html
Casa Rol, Archivio Franco Rol (© Arc. F. Rol)
Rol a casa di amici, poco prima dell'inizio degli esperimenti, Archivio Franco Rol (© Arc. F. Rol)
Gustavo a cinque anni, con la madre, la sorella Tina e il fratello Carlo, Archivio Franco Rol (© Arc. F. Rol)
Rol nel 1924 in divisa da Alpino, Archivio Catterina Ferrari
Rol con il compositore americano John Cage (gustavorol.org)
Elna Rol da giovane (gustavorol.org)


17 commenti:

  1. Ne hanno parlato spesso su Voyager ed altre trasmissioni televisive. Ovunque però,anche quelli che non credevano nelle sue capacità rimarcavano sempre e comunque la buona fede dell'"Uomo" Rol.

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    1. Ciao Nick, grazie del commento! :)
      Senz’altro ne avranno parlato in tutte le salse, tra l’altro in tanti anni… Non ho mai seguito la trasmissione Voyager, a cui fai cenno, ma da adolescente avevo letto il libro di Allegri. Lo avevo preso in prestito a mia sorella, Virginia, e a distanza di tanti anni gliel’ho chiesto di nuovo per rinfrescarmi la memoria (lo trovi tra le tante copertine fotografate) e scriverne un post. Sono sempre rimasta molto colpita da quest’uomo e da ciò che riusciva a fare, ma soprattutto mi è sempre piaciuto il suo approccio divertito e luminoso alla spiritualità, così lontano dalle pastoie obnubilate di tanti spiritisti, spesso anche da strapazzo.
      Buona settimana e a presto! :)

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  2. Ho letto molte cose su Rol, figura che mi ha sempre affascinato. Purtroppo in molti casi è passato il messaggio... diciamo più "folkloristico" delle sue capacità, proprio a causa di trasmissioni come quelle di Voyager. Ho incontrato, nel corso della mia vita, due persone che lo hanno conosciuto personalmente e ti garantisco che dai racconti mi sono tremati i polsi. Sono convinto che quell'uomo avesse delle capacità e un tipo di sensibilità in grado di attraversare la dimensione della fisicità. Non vorrei aggiungere altro, sono contento che tu abbia trattato l'argomento con garbo e delicatezza senza farti prendere dagli aspetti più deteriori di certe tematiche.

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    1. Ciao Max, grazie infinite per la condivisione del post e delle bellissime parole che mi hai lasciato! ^__^

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  3. Non so che dire, io sono sempre tremendamente scettico. Una volta però ho visto in azione un prestigiatore col suo mazzo di carte e... beh, penso che certe persone hanno una particolare abilità a distrarre il loro spettatore, un talento ben coltivato che può sorprendere ma che non è per niente soprannaturale, non più di quanto possano essere sovrannaturali certe doti atletiche o di calcolo mentale che pure sorprendono e fanno sembrare esseri umani "impossibili" coloro che le hanno sviluppate.

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    1. Ciao Ariano, inizio col ringraziarti della partecipazione alla discussione: gentilissimo! Chiaramente, nessuno di noi possiede la risposta giusta e al giorno d’oggi persino i fisici si interrogano su molteplici quesiti inerenti alla relazione tra materia e coscienza!
      In effetti, sono stati fatti molti passi avanti in questo tipo di studi e si è giunti, anzi, la scienza occidentale è giunta ad affermare che i fenomeni non esistono solo obiettivamente dentro e per se stessi, ma in termini di relazione con chi li percepisce, o nel contesto di una relazione con l’osservatore.
      Questo, dunque, non significa che le esperienze di Rol fossero il frutto di un escamotage da prestigiatore, come in qualche misura mi pare trapeli dalla tua affermazione, bensì forse potrebbe esserci uno spazio di interazione che ancora oggi non è stato approfondito. Anche gli studi condotti sul cervello umano nel campo della neurologia necessitano di ulteriori indagini e approfondimenti. Se ci pensi, sono molteplici le aree sulle quali la scienza cerca tuttora delle risposte; per esempio, sul funzionamento della memoria esistono ancora molte zone d’ombra!
      Detto questo, ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni :)
      Un caro saluto, ancora grazie e a presto!

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  4. Rol secondo me aveva una mente brillante, al di là del fatto che possa essere stato o meno sul serio legato al soprannaturale, e anche una grand empatia che lo portava a conoscere molte cose sulle persone.
    Inoltre può darsi che sapesse usare aree del cervello di solito dormienti: perché no?
    Fatto sta che tutta la campagna denigratoria che ha subito post mortem è stata davvero brutta.
    Un abbraccio.

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    1. Concordo su tutta la linea!
      La diffamazione post mortem, oltretutto è davvero squallida.
      Grazie Francesca!
      Ps: chiedo scusa per il ritardo della risposta... Periodo complicato... Nel prossimo post, che tratterà tutto un altro genere di argomenti, ci sarà un dettaglio che credo ti piacerà molto ;-)
      Un abbraccio!

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  5. Davvero incredibile e bello allo stesso tempo.
    Dico la verità: mi ero persa del tutto questo personaggio, oltretutto facente parte della nostra cultura.
    Inoltre, dopo aver letto il tuo articolo, penso che oltre alle grandi capacità di cui tutti erano/sono al corrente, quella più splendida sia il fatto di non avere mai utilizzato le sue doti per un tornaconto personale, quando avrebbe potuto farlo tranquillamente.
    Mi sono spesso interrogata sul ruolo della fede intesa come fortissima e perpetua credenza in qualcosa, che sia dio, la persona che amiamo o qualcos'altro, e penso che chi riesce ad averla in modo incrollabile possa davvero raggiungere una consapevolezza maggiore. Ho letto molto sulle religioni orientali e su quelle antiche, tutti sembrano sempre ripetere lo stesso concetto. La vera domanda, a questo punto, è: come lasciarsi andare a una fede in qualcosa, considerato il mondo in cui viviamo e gli avvenimenti di cui sentiamo continuamente parlare o che viviamo in prima persona? Dove trovare questa grande forza?
    Comunque penso che leggerò qualche testo di quelli che consigli e che indichi nella bibliografia, grazie davvero per il tuo interessante articolo!

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    1. Ciao Diana, mi fa molto piacere trovare questo tuo commento Tra l'altro ne condivido ogni parola.
      Mi scuso ancora anche con te per il ritardo con cui rispondo, un abbraccio e a presto :)

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  6. Ciao Cle! Conosco questo personaggio, me ne ha parlato un conoscente che ha conosciuto un suo amico diretto il quale giura di aver visto Roll materializzare alcuni oggetti più di una volta. Ho anche letto alcuni articoli sulla relazione fra il colore verde e le note musicali ma ci ho capito poco. Mi piacerebbe leggere il libro di Allegri, se per gentile concessione riuscissi a Prestamelo. Un abbraccio

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    1. Eli, non posso prestarti il libro perché è di Virginia, troveremo un altro modo :)
      Invece sì, pare che materializzasse oggetti. In diversi passaggi se ne parla, pare persino che tra questi ci fossero anche dei frutti... Chissà!
      Bacioni :)

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  7. Credo di averne visto un documentario, anzi più di uno.
    Deve essere stato anche tema di una puntata di Superquark e nell'occasione si parlò del Cicap, un'organizzazione osservatorio sul fenomeno di queste particolari "scienze".
    Lo ammetto, sono scetticissima. Tendo a credere che di solito si tratti di leggende che si sono autoconcretizzate magari attorno a un personaggio particolarmente carismatico. :)

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    1. Mi ripeto, a costo di apparire noiosa: ognuno è libero di pensare ciò che preferisce, ci mancherebbe! :)
      Ecco, però io tra l'opinione - e i modi - di Piero Angela (e del suo CICAP) e quella dei tanti estimatori di Rol, come la Dembech, Valentina Cortese, Vittorio Gassman, Giorgio Strehler, Dino Buzzati, Alberto Bevilacqua, Dino Segre, Franco Zeffirelli, Federico Fellini,... preferisco la seconda :)
      Ciao e grazie del passaggio :)

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  8. L'approccio di Gustavo Rol al paranormale (lui non lo definirebbe così, immagino!) mi piace molto, perché rifugge dalle classiche contrapposizioni tra mentalità scientifica e spiritualismo, riportando al centro l'uomo integro, che ha recuperato tutti i propri poteri.

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    1. Non avrei saputo restituire una sintesi migliore, bellissima!
      Ciao Grazia, mi ha fatto molto piacere questo commento :)

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  9. Eccomi, Clem! Un po' alla volta arrivo pure io a recuperare i post perduti, sulle tracce di Proust. Per fortuna che il blog è aperto e sempre a disposizione!
    Che dire per quanto riguarda Rol? Intanto lo conoscevo da moltissimo tempo, una collega mi aveva proprio regalato un libro su di lui anni fa. Lo considero una persona ordinaria che ha trovato canali per accedere allo straordinario. So che nella sua vita ha fatto anche del bene, e sempre in maniera discreta, consolando persone che avevano subito gravi lutti. Purtroppo so anche del suo incontro-scontro con Piero Angela, che era prevenuto a prescindere e gli aveva dato del ciarlatano. Rol era molto amareggiato per questo. Io penso che la scienza faccia bene a investigare con puntualità e precisione, ma molto spesso trovo molto arroganti certi atteggiamenti: in fondo conosciamo pochissimo di ciò che ci circonda. Chissà ora che entrambi sono dall'altra parte, di che cosa discuteranno Rol e Angela? :)

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dani.sanguanini@gmail.com