lunedì 14 novembre 2016

In viaggio nell’acqua – Prima parte









«Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare»


Scorcio del porto di Bari


Il nostro nuovo viaggio inizia con L’Infinito di Leopardi che uso per portare la vostra attenzione su un argomento che mi sta particolarmente a cuore: l’acqua.

L’acqua, ad esempio, è sempre stata musa ispiratrice di un numero infinito di artisti, nella letteratura, nella musica, nel teatro, nell’arte figurativa. Trattarli tutti sarebbe un’impresa ardua, se non impossibile, che ci condurrebbe ad approfondire una vastità di argomenti e di concetti che finirebbero per innestarsi tra loro, portandoci lontano e al di fuori dello spazio e del tempo concessi in un post.

In questa primo post dedicato al tema dell'acqua, mi limiterò, dunque, a riportare qualche caso relativo all’arte figurativa, universo nel quale troviamo il riscontro più diffuso e variegato dei modi di esprimere i molteplici significati ispiratori che dall’acqua scaturiscono. Successivamente, analizzerò il tema trattandolo da un altro punto di vista. Ma torniamo all'arte pittorica. 
Come già anticipato, sono moltissimi gli artisti che si sono ispirati a questo elemento e ne hanno fatto spesso l’oggetto principale della loro rappresentazione, o uno spunto per una raffigurazione metaforica fatta di tantissime simbologie.

Nella pittura, soprattutto in quella relativa al periodo che corre da Giotto al Rinascimento, l’acqua è sovente rappresentata come fonte di vita, o elemento purificatore che rigenera. Allo scopo di chiarirmi, vi riporto tre esempi.

Battesimo di Cristo, Pier della Francesca -
National Gallery di Londra

Il primo al quale mi riferisco è il Battesimo di Cristo, di Piero della Francesca, nel quale l’acqua viene proposta in qualità di acqua benedetta e dunque come simbolo di purezza





























Il secondo esempio che voglio mostrarvi è la Nascita di Venere del Botticelli. In questo capolavoro, osserviamo Venere nata dalle acque del mare sopra una conchiglia. 


Nascita di Venere, Sandro Botticelli - Galleria degli Uffizi, Firenze


Se il nostro sguardo è catturato dalla bellezza delle figure che animano la composizione e dall’insieme del paesaggio raffigurato, certamente non può sfuggirci il significato della presenza determinante dell’acqua del mare, con la sua superficie increspata dalle onde, sulla quale Venere avanza leggera e che vuole simboleggiare l’origine della vita.


Come terzo caso, vi propongo L’Amor Sacro e l’Amor Profano, di Tizianonel quale incontriamo due personaggi femminili, Venere e Proserpina, che assistono un amorino intento a miscelare dell’acqua contenuta nello scrigno-sarcofago, e proprio questo elemento gli permetterà di trasformare la morte in vita.


L'Amor Sacro e l'Amor Profano, Tiziano - 
Galleria Borghese, Roma



Proseguendo la nostra ricognizione, troviamo opere nella quale l’acqua assume il significato del luogo di richiamo nel viaggio eterno, nell’oblio.

E’ questo il caso dell’ Ophelia, di John Everett Millais, giovane e infelice amante di Amleto, destinata a morire in acqua, quindi simbolo della morte prematura, della dissoluzione della bellezza. Qui l’acqua si trasforma in acqua sognata, che avvolge gli esseri dormienti e in cui ci si abbandona in un lento oblio di sé. 


Ophelia, John Everett Millais - Tate Gallery, Londra



Seguendo un nuovo percorso, incontriamo l’acqua intesa come simbolo del pensiero liquido, un’idea secondo la quale il valore spirituale dell’elemento naturale viene accostato alla stessa anima dell’uomo
Si tratta di un pensiero che affonda le radici nella Metafisica e che ritroviamo in Omero, Talete, Eraclito, Aristotele, ma che ha attraversato l’evoluzione delle correnti e dei movimenti artistici, fino ad arrivare a Van Gogh
Del pittore olandese ho scelto di presentarvi la sua Notte Stellata sul Rodano, capolavoro totalmente giocato sul riflesso del cielo stellato contro le acque scure del fiume e le luci della cittadina di Arles in lontananza. 



Notte Stellata sul Rodano, Van Gogh -  Musée d'Orsay, Parigi



Un’ulteriore visione che intendo sottoporre alla vostra attenzione è quella che imprime all’acqua un carattere profondamente femminile: parliamo, dunque, di acqua come simbolo della femminilità, ma anziché incentrarmi sull’accostamento simbolico più frequente, ovvero quello della madre, ho scelto quello dell’amante: la sirena. E per parlarvi di  sirene, soggetti destinati a sconvolgere la morale comune, con il loro aspetto seducente, ma capace anche di generare diffidenza e produrre fratture, ho pensato ad una sirena del tutto anomala, ma decisamente interessante, forte e dirompente. 
L’ultimo quadro di questa carrellata, non a caso, è L'Invenzione Collettiva di René Magritte, opera nella quale troviamo una sirena, addirittura, con le parti del corpo invertite rispetto all’immaginario collettivo, una creatura ibrida, metà donna e metà pesce, languidamente distesa sulla battigia, alle cui spalle si staglia l’onda che sfocia con il suo azzurro cupo nel chiarore dell’orizzonte. 


L'invenzione Collettiva, René Magritte - Kunstammlung Nordrhein-Westfalen, Dusseldorf


Ebbene, se il nostro viaggio alla ricerca dei significati attribuiti all’acqua nel mondo della pittura finisce qui, non termina, invece qui il nostro discorso sull’acqua.


Sì, perché l’acqua, tanto indispensabile alla vita umana – basti pensare che la superficie della Terra è coperta per il 71% d’acqua e che proprio l’acqua rappresenta il costituente principale del nostro organismo – viene troppo spesso e a torto considerata un bene scontato e inesauribile.

Nel nostro mondo occidentale, per esempio, in cui è molto diffusa la cultura dello spreco, il consumo personale quotidiano di acqua supera di 6 volte quello di un indiano e di 30 volte quello di un keniota. Secondo i più recenti dati Unicef, infatti, ogni giorno migliaia di bambini muoiono per mancanza di acqua o per malattie diarroiche dovute a scarse condizioni igienico sanitarie e acqua potabile non sicura. (Leggi qui )


Da ciò si deduce che proprio l’acqua è, quindi, un efficace parametro della diseguaglianza dei cittadini del mondo ed un bene che va necessariamente tutelato.

Non si pensi, però, che la questione non ci riguardi da vicino. Ci riguarda sempre da vicino!

Un ultimo punto sul quale mi soffermo lo riscontriamo addirittura a casa nostra. 
Anche in Italia, come vedremo, dove i corsi d'acqua non mancano di sicuro e costituiscono uno tra i più preziosi elementi di attrattiva turistica, il rispetto per l’acqua sembra abbondantemente trascurato

lago di Iseo, Floating Piers 

Questo è ciò che afferma l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) nel Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque – edizione 2016 (contenente dati relativi al biennio 2013-2014) – spiegando che le acque superficiali, cioè quelle di fiumi, laghi, torrenti, sono intrise di pesticidi (un’incidenza del 63,9% sui 1.284 punti di monitoraggio; e la stessa sorte tocca alle acque sotterranee (con un’incidenza del 31,7% rispetto ai 2.463 punti monitorati). 

Per leggere il Rapporto Ispra 2016 nella versione integrale basta cliccare qui



veduta del lago Maggiore dalla Rocca di Angera




Grazie ai pesticidi, che sono sostanze chimiche impiegate in agricoltura nell’eliminazione degli organismi parassiti (animali o vegetali), che danneggiano le piante coltivate e compromettono la produttività del terreno e la qualità del raccolto, sono dunque a rischio sia gli organismi acquatici che l’uomo. 

il Ticino a Sesto Calende, sullo sfondo il Monte Rosa


cigno in cova lungo la sponda del Ticino a Sesto Calende


Eh, sì - avete capito benissimo - anche l'uomo, perché l’acqua attraversa tutte le funzioni del nostro vivere quotidiano, con l’acqua si produce cibo nei campi e negli allevamenti, si attivano processi energetici


famiglia di cigni nel lago di Garda




Che fare, quindi?  
il Mincio all'altezza di Monzabano



Occorre necessariamente un’inversione di rotta e un’assunzione di responsabilità collettiva guidata da scelte etiche 

Non possiamo più fingere di ignorare che il problema (enorme) esiste e che sta a noi risolverlo.



veduta del lago di Varese da Biandronno

Nulla è inevitabile, ma la partita va giocata tempestivamente e con grande intelligenza.



veduta del lago Maggiore da Verbania


Concludo lasciandovi con un estratto dell’articolo L’uomo schiacciato dai suoi stessi limiti, di Zygmunt Bauman, (tanto perché si capisca che adoro questo sociologo!) tratto da L’Espresso:


[…] C’è ancora molto che possiamo fare anche entro i confini stabiliti dai limiti che la natura ci ha imposto. Come ha insistito Steven Jay Gould in un’intervista raccolta nel volume Conversations about the End of time (Penguin books 1999; trad. it. Pensieri sulla fine dei tempi, Milano, Bompiani, 1999) “una corretta etica ecologica non deve guardare al lontano futuro della vita su altri pianeti, ma deve preoccuparsi della qualità della nostra vita e della vita di altre specie qui e ora. A volte noi siamo stati la causa inconsapevole dell’estinzione di alcune di esse. In molte occasioni abbiamo spazzato via interi habitat senza neanche rendercene conto e abbiamo sterminato le specie che hanno avuto la sfortuna di stabilirvi la propria dimora” . […] Tutto dipende dalla volontà umana, dalla nostra intelligenza, dalla nostra capacità di cooperare, dai nostri politici. I pericoli sono reali, le ansie legittime. Alcuni pensano che la tendenza attuale è destinata a continuare e porterà al disastro. Ma in realtà non c’è nulla di inevitabile e possiamo anche sperare che saremo abbastanza intelligenti da invertirla”. Vorrei solo aggiungere due postille alla raccomandazione di Gould. La prima è che le nostre capacità, le nostre risorse e i nostri mezzi di difesa sono destinati a rimanere limitati, almeno per un tempo molto lungo, ma la loro efficacia può essere notevolmente ampliata attraverso un uso corretto - ovvero giusto ed equo - ispirato, mosso e guidato da considerazioni etiche, anziché, come tendiamo a fare oggi, dal desiderio di profitti momentanei. La seconda è che abbiamo bisogno di combinare la riconciliazione fra l’inevitabilità della nostra fragile posizione nell’universo con la ferma determinazione a continuare la lotta per fare tutto ciò che questa posizione ci consente, allo scopo di ammorbidire i suoi verdetti e renderla più facile da gestire. Questo sarebbe sufficiente a tenerci occupati per tutta la vita. (Cliccando qui si arriva all’articolo completo)




E voi, cosa ne pensate? 




FONTI:

Storia dell'arte italiana, in 5 volumi, Sansoni

La storia dell'arte raccontata da Ernst H. Gombrich, Einaudi

Rapporto Ispra Edizione 2016


L’uomo schiacciato dai suoi stessi limiti, di Z. Bauman, L’Espresso

Wikipedia, per le immagini delle opere artistiche analizzate nel testo

Tutte le altre immagini fotografiche presenti nell'articolo sono frutto di miei scatti personali  



















10 commenti:

  1. Partendo dall'arte come punto di riferimento puramente emblematico di "acqua" come simbolo di purezza, di rinascita e di vita, Clementina ci guida in un percorso che si snoda tra cause e fattori che hanno fortemente limitato le risorse del bene principale dell'esistenza umana. Contrapponendo l'uso smodato dei Paesi occidentali, a quello più parsimonioso e lungimirante degli orientali, ci descrive un panorama allarmante e basato su ansie legittime. Le politiche mondiali poco hanno fatto dal punto di vista di istruzioni e uso di questo bene che vede assottigliarsi sempre di più le sue riserve naturali. Molto debole è l'azione coesa a sensibilizzare un uso più appropriato dell'acqua, scarso il riflesso che avvertiamo da parte della popolazione mondiale. In fondo sarebbe sufficiente un'educazione al consumo atta a centellinare l'abuso tutt'ora in atto in occidente. Ci fermiamo a riflettere come per ogni reale problema solo quando il "problema" è irreversibile e di non più facile risoluzione. Non resta che leggere approfonditamente questo bellissimo articolo per comprendere la reale portata di un fenomeno che non è adeguatamente posto come allarme mondiale. Grazie Clementina. Leggere e commentarti è fare vero giornalismo di denuncia e presa di coscienza!

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    1. Grazie del bellissimo commento, Annamaria. In effetti non si sono mai accese adeguatamente le luci dei media su questo problema gravissimo. Ogni tanto si intercettano articoli sui quotidiani, che spesso vengono relegati nelle ultime pagine. Invece occorre parlarne e in modo diffuso

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  2. Aprendo l'articolo con L'infinito, Clementina tocca subito le corde del mio animo. Ed è veramente un'esperienza utile "naufragar"tra le sue righe, che parlano di acqua, ce la raccontano ad iniziare dall'Arte, supportate da riferimenti fotografici. L'acqua è fonte di vita ed è un diritto di tutti e sarebbe superflua qualsiasi altra impressione volessimo aggiungere. Il mio pensiero viaggia di pari passo con quello di Bauman e con quello di Gould “...una corretta etica ecologica non deve guardare al lontano futuro della vita su altri pianeti, ma deve preoccuparsi della qualità della nostra vita e della vita di altre specie qui e ora."
    P.S. Di Ernst H. Gombrich, che citi tra le fonti, ho letto "Breve storia del Mondo": incantevole. Da far leggere in tutte le scuole.

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    1. Grazie infinite, Lauretta. Come vedi sento particolarmente vicine le parole di Gould e Bauman è credo che sia ormai ora di giungere ad una presa di coscienza e di responsabilità, che non può essere procrastinata (e vale un po' per tutto). Quanto al Gombrich, è un altro maestro straordinario!

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  3. Innanzitutto complimenti per i tuoi scatti personali: non sfigurano affatto accanto alle immagini delle stupende opere d'arte che hai scelto. Nella prima parte del tuo articolo ci fai vivere un sogno vibrante di emozioni: Leopardi che sussurra l'Infinito, Venere sospinta da Zefiro sul mare increspato, i raffinati Preraffaelliti che vagheggiano la bellezza perduta, le stelle di Van Gogh che si specchiano nel pensiero liquido dei presocratici...intense visioni oniriche che approdano sulla spiaggia surrealista di Magritte. Da un sogno così bello nessuno vorrebbe risvegliarsi...ma, ahimè, eccoti pronta a riportarci alla dura realtà e a metterci di fronte a un problema vitale che sta a tutti affrontare. Hai reso bene l'urgenza di un intervento tempestivo, soprattutto di un cambiamento di attitudini e mentalità da parte di ognuno di noi.

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    1. Quanto hai ragione, mia cara Stella: nessuno vorrebbe risvegliarsi da un sogno così bello, invece, io propongo una vera “doccia fredda”, affinché tutti aprano subito gli occhi! È brusco, ma come sai bene anche tu, è necessario. Troppo a lungo abbiamo volto lo sguardo altrove permettendo a sciagurati lupi famelici, travestiti da agnelli, di saccheggiare, violentare e devastare questo preziosissimo bene comune: grazie alla nostra ignavia, abbiamo lasciato avvelenare la Terra. Troppo a lungo siamo rimasti intrappolati nell’illusione di non avere alcuna responsabilità sul loro agire e di non poter fare nulla per mettere fine a questo scempio. Invece, ciascuno di noi è parte in causa di questa barbarie, così come ciascuno di noi ha il potere di invertire la rotta. Adesso non c’è più tempo da perdere in quisquilie, è ora di destarsi dall’oblio e di agire in controtendenza, e lo è ancor di più se desideriamo che l’acqua continui ad essere la fantastica musa ispiratrice del nostro vivere, ricco di poesia ed arte!
      Sulle mie foto, beh, sei troppo buona! :D
      Un abbraccio fortissimo!

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  4. Bellissimo articolo che coniuga amore per la bellezza artistica a impegno sociale. Purtroppo è vero, e si legge sui quotidiani che le prossime guerre future saranno scatenate attorno al possesso dell'acqua, detta proprio "oro bianco" per la sua preziosità. Qualcosa che dovrebbe essere a portata di tutti in quanto fonte di sopravvivenza diventerà appannaggio di pochi; un po' come accadeva con il sale nel Medioevo, bene molto ricercato per conservare gli alimenti in un'era non c'erano i frigoriferi, e che veniva adoperato per usi medici, alimentari e dietetici. Noi possiamo cambiare le nostre abitudini quotidiane e quindi contribuire nel nostro piccolo al risparmio sull'acqua. Ma oltre a fare quello personalmente mi sento impotente, specialmente quando vedo i cumuli di plastica deturpare gli oceani, i mari e i fiumi del mondo.
    P.S. Comunque le tue foto sono stupende!

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    1. Bentornata, Cristina, grazie!
      Già cambiare certe cattive abitudini rappresenta un passo avanti, ma si può fare di più. Per esempio, educare e sensibilizzare al rispetto dell'ambiente (e in questo ci sta anche redarguire chi trasgredisce, se colto in flagranza) e altro ancora di cui parleremo nella seconda parte del post ;-)
      Cara Cri, la strada è sicuramente in salita, in ogni caso: non sarà facile, ma nemmeno impossibile. Invece, ti ringrazio tantissimo per l'elogio alle mie foto. Anzi, a dire il vero, arrossisco, ma è un immenso piacere riscontrare apprezzamento da parte vostra: grazie di cuore! :)

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  5. Una disamina minuziosa ed attenta che osserva in profondità un problema che dovrebbe essere affrontato urgentemente ed attentamente: l'acqua. Bene primario che permette il nostro sviluppo da piccolo essere ad adulto completo; l'acqua che resta per tutta la nostra breve esistenza componente primario del nostro corpo; l'acqua che oggi ha perso la sua iniziale purezza ed è diventata la fonte più estesa di contaminazione dell'ambiente. Grazie Clem di averci ricordato quanto questo bene sia stato ammirato ed amato nonché contemplato e declamato in qualsiasi modo, da qualsiasi artista, in tutte le arti. Mi trovi d'accordissimo con Bauman e Gould che ammiro molto: i loro suggerimenti ed allarmismi non sono affatto da ignorare. Non serve andare a distruggere altri pianeti ... forse dovremmo imparare a guarire ed a prenderci cura della Terra, fosse solo perché è la"nostra terra". Bellissimo articolo ed interessante conversazione, grazie Clem.

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    1. Carissima @Luisa, che piacere trovarti anche sul blog: sei la benvenuta! Sono davvero felice di apprendere che l'articolo ti sia piaciuto e che condividiamo importanti punti di vista. Ti vorrei invitare a proseguire la lettura di questo ciclo di post dedicati all'acqua, Bene preziosissimo di cui dovremmo tutti avere maggior riguardo e allo scopo ti inserisco i link ai successivi due articoli:

      http://langolodicle.blogspot.it/2017/03/in-viaggio-nellacqua-seconda-parte.html?m=1

      linquinamento-delle-acque-guest-post-di.html?m=1

      Augurandomi di ritrovarti ancora in questo modesto "angolino" di condivisione delle idee, ti ringrazio e ti avvolgo in un caloroso abbraccio! :-)


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dani.sanguanini@gmail.com