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scorcio della pista ciclo-pedonale presso Castelseprio |
Gli amici che seguono
quest’angolo di arzigogoli sono ormai al corrente di quanto la natura mi
affascini, ma pochi sanno che, una dozzina di anni fa, mi sono trasferita dalla
grande metropoli che mi ha dato i natali e che mi ha ospitato per quarant’anni,
per stabilirmi in un piccolo centro in aperta campagna.
Quel posto sembrava perfetto:
a trenta minuti d’auto da Milano, a trenta da Como, a trenta da Varese. Tre
splendidi specchi d’acqua dietro l’angolo
di casa: lago di Como, lago di Varese, lago Maggiore; spazi verdi a perdita
d’occhio.
Nel tempo libero, dunque,
clima permettendo, non sono mai mancate le occasioni per esplorare il
circondario, molto spesso in bicicletta.
Oggi, infatti, voglio parlarvi
di una mia recente escursione sulle due ruote che, però si è dimostrata tutt’altro che
rilassante.
Dopo aver attraversato alcuni
centri abitati, ho imboccato, a Castellanza, una pista ciclo-pedonale che ben
conosco e che ho bazzicato tantissime volte, anche perché praticamente passa anche
sotto casa mia.
Tuttavia, non frequentavo quel
tracciato da circa un anno.
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la pista tra i comuni di Gorla Minore e Gorla Maggiore scatto personale |
Si tratta di un sentiero che
si snoda per una ventina di chilometri nella Valle dell'Olona, da Castellanza a Castiglione Olona,
fiancheggiando in certa misura il fiume Olona
e il sedime di una vecchia linea
ferroviaria internazionale, dismessa da decenni, la Valmorea, la quale terminava a Mendrisio, in Svizzera.
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un tratto all'altezza di Gorla Minore scatto personale |
Dovete sapere che la
peculiarità di questo circuito, percorribile senza fatica, è di attraversare
un’ampia area valliva e boschiva punteggiata, vuoi da realtà industriali, vuoi
da antichi siti accolti sotto l’egida dell’Unesco in quanto Patrimonio
dell’Umanità, come ad esempio il bellissimo Monastero
di Torba, a Gornate Olona, e il parco
archeologico di Castelseprio.
In questo
spazio, perlopiù protetto dal traffico automobilistico, incrocio panorami suggestivi
alternati a scorci molto meno poetici,
come gli stabili fatiscenti,
dismessi negli anni ’70, o i transiti accanto al fiume lungo i quali l’odore nauseabondo
prodotto da decenni di sversamenti
chimici raggiunge le narici senza pietà.
Insomma, quello che la zona
offre non è solo rose e fiori!
Ma andiamo avanti.
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monastero di Torba - scatto personale |
Avendo trascorso i primi dieci
chilometri in un contesto piuttosto ordinato e
attrezzato, supero il confine del mio paesello e proseguo serena per un altro po' di strada.
Chissà come mai, canticchio mentalmente una
canzonetta, divertente e orecchiabile, in voga ai tempi in cui il futuro ci
veniva dipinto come un bel sogno facilmente raggiungibile: Viva la campagna.
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la pista affianca l'Olona a Catelseprio |
Non so quanti tra voi la
ricordino, o l’abbiano mai ascoltata, per cui vi riporto la prima parte del
testo, quella che in quel frangente fluiva limpida nei miei pensieri imponendosi con prepotenza:
“Io sto in città/ son come una formica nella folla dell’umanità/ che corre qua e là/ a gran velocità/ con l’orologio che va che va che va/ Felicità non sei in città/ viva la campagna viva la campagna/ la civiltà è bella ma/ viva la campagna che mi dà: un arcobaleno sereno l’odore di fieno/ il canto corale di mille cicale/ un bianco puledro/ il fiore di cedro le stelle più grandi del ciel…”
Ecco, però, che nell’arco di
poche pedalate, l’ambiente si trasforma radicalmente.
Man mano che avanzo colgo
segni di una nuova trascuratezza che, in qualche modo, ha il merito di portare a galla il reale degrado del territorio circostante,
scaraventandolo con rabbia sotto gli occhi di tutti per chiederne conto:
erbacce incolte, staccionate divelte, manto stradale danneggiato da profonde
buche, cavi elettrici penzolanti (che oltre a deturpare il paesaggio, forse
sono anche pericolosi), rifiuti abbandonati intorno ai capannoni industriali
dismessi e persino panchine date alle fiamme.
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uno stabile fatiscente tra le erbacce che costeggiano la ciclopedonale all'altezza di Cairate - scatto personale |
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lo stabile fatiscente della cartiera Vita Mayer a Cairate |
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cavi elettrici penzolanti nel tratto di Fagnano Olona |
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sono molti i punti in cui il manto stradale è rovinato e le ortiche stringono la strada |
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panchina incendiata lungo la pista ciclabile presso Cairate |
Ebbene, se prima lo squallore
della superficialità dell’uomo verso l’ambiente era mascherato da un’edulcorata
patina di bon ton – l’erba e il manto
stradale curati, le adeguate recinzioni che delimitano il percorso evitando
l’accesso alle aree dismesse – adesso,
si vede con chiarezza che il re è nudo.
L’area
che accoglie questa pista, sfruttata per anni per attività produttive industriali (in parte lo è ancora), è sempre rimasta priva di un piano complessivo di interventi di bonifica.
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il fiume accanto alla pista ciclabile presso Castiglione Olona scatto personale |
Si
badi bene che non sto avanzando delle ipotesi, ma vi sto parlando di studi condotti dalla stessa Regione Lombardia ( per approfondire
cliccare QUI ) che
riferiscono più di un caso di superfici a rischio, grazie alla presenza di
rilascio di sostanze inquinanti.
Secondo queste analisi, almeno
uno dei vari stabili lungo la ciclabile, la Cartiera Vita Mayer di Cairate, è stato ufficialmente dichiarato potenzialmente
rischioso dal punto di vista della salute in quanto contaminante. Ciononostante, nessuno ha disposto un intervento di
bonifica del suo terreno (sarà colmo di amianto? chissà!) e nessuno ne ha disposto un monitoraggio
costante. È ancora lì, come potete osservare nella foto.
Alla luce di quanto finora esposto, forse il vandalismo e l’abbandono
di rifiuti che ho potuto documentare
durante la mia pedalata, soprattutto nel percorso che attraversa Cairate, non
sono soltanto gesti pessimi e deprecabili, ma segnalano un malessere sociale in
risposta anche alla diffusa sciatteria
dell’amministrazione dei Comuni che
hanno deliberatamente abbandonato il loro territorio all’incuria,
trasformandolo in terra di nessuno.
Orbene, l’impressione ricavata
in seguito alla recente esplorazione della pista in Valle Olona è che nella
nostra folle società (ahimè, in tutta la Penisola), nella quale domina la
cultura dell’ingordigia, le istituzioni
si fanno mute.
Mi pongo molte
domande: chi ha il dovere di farsi
carico della manutenzione dei luoghi pubblici? Chi dovrebbe ridare decoro al
territorio? Chi dovrebbe farsi carico di immobili abbandonati quando i
proprietari non sono più reperibili e/o non rispondono?
I
Comuni? Le Province? La Regione? Lo Stato?
Per quanto ne so, la
manutenzione di quella pista è di spettanza dei comuni attraversati e il
risultato è sotto gli occhi di tutti: alcuni di essi hanno evidentemente
ottemperato al proprio dovere, mentre altri non l’hanno fatto.
Inoltre,
mi sembra che la normativa nazionale indichi a chi inquina l’obbligo di pagare
gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale. Però, prevede anche che,
qualora i responsabili non siano individuabili, o non rispondano, gli
interventi debbano essere realizzati d’ufficio dal Comune territorialmente
competente, o se questo non risponde, dalla Regione.
Ma, intanto, sono trascorsi quasi cinquant’anni da quando la cartiera di
Cairate è stata dismessa ed è ancora lì, con i suoi inquinanti.
Perché,
allora, nessuno interviene?
Perché nella ricca provincia
di Varese, nell’opulenta regione Lombardia, così come nel resto della
Penisola, ci ritroviamo, anno dopo anno a constatare l’inefficienza dei nostri amministratori?
Quale
significato assegneranno all’ambiente, le amministrazioni di questi comuni
negligenti? E quale senso attribuiranno alla sicurezza?
Dal
mio modesto punto di vista, la sicurezza
è una categoria concettuale molto ampia che comprende diversi significati e,
tra le tante accezioni, include la tutela e salvaguardia ambientale.
Inutile fingere di non vedere:
siamo in un Paese dove tutti si credono superiori ed estranei alla natura,
tutti la possono violentare, ma nessuno ammette la propria responsabilità.
Mi chiedo a cosa sia servito dimostrare di aver raggiunto la Luna, ai
tempi in cui alla radio trasmettevano Viva
la campagna (Felicità non sei in città/ viva la campagna viva la campagna…)
se oggi ci lasciamo governare da chi non
rispetta la terra in cui viviamo.
No, cari signori, non bastano
le canzonette!
Oggi il post è così... :-(
Spero di ricevere i vostri commenti e auguro a tutti una felice settimana!