lunedì 13 febbraio 2017

Sirmione e lo sterminio degli eretici







Tra una puntata e l’altra sui Tarocchi vi propongo una visita a Sirmione durante la quale ci avvicineremo alla sua storia, in particolare sfioreremo il I secolo d.C., per poi tuffarci nel XIII. La ricetta di questa nuova affascinante avventura prevede paesaggi mozzafiato, meraviglie archeologiche, poesia, e alcuni sanguinosi delitti: vedrete che non ve ne pentirete! ;-)

Sirmione - fonte web



Iniziamo con alcune informazioni preliminari su questo piccolo gioiello, definito la Perla del Garda. Si tratta di uno dei poli turistici più importanti del Benaco, specchio d'acqua che cuce insieme tre regioni: Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. La cittadina lombarda (oggi Sirmione fa parte della provincia di Brescia, ma nel Medio Evo era annessa a Verona), il cui nome deriva da syrma, ossia coda, si sviluppa su una penisola sottile che si estende per quattro chilometri nel cuore del lago.


Sirmione vista dall'alto: il suo nome deriva da syrma, coda- fonte web
È praticamente impossibile non accorgersi fin da subito della bellezza del suo paesaggio, che ha ispirato e affascinato nel corso della storia numerosi artisti, fino a guadagnarsi il soprannome di penisola dei poeti. Furono molti, infatti i poeti e gli scrittori innamorati di questo luogo: da Catullo, Giosuè Carducci, Ezra Pound, a James Joyce, e altri ancora. 

Grotte di Catullo - fonte web


Immaginando di osservarla dall’alto ci accorgeremo che all’estremità della penisola, in posizione dominante il lago e la sottostante spiaggia di grandi sassi bianchi, si trovano i resti della villa romana denominata Grotte di Catullo.

Le Grotte sono fra i più affascinanti resti archeologici di epoca romana dell’intero nord Italia e rappresentano ciò che rimane di una grande villa appartenuta al famoso poeta latino Gaio Valerio Catullo, eretta tra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C.

Gaio Valerio Catullo - fonte web

Ma non possiamo parlare delle Grotte, senza riferire qualche cenno sul poeta: Catullo nasce attorno all’87 a.C. e muore solo trent’anni dopo, per cause sconosciute. Era un poeta anomalo per l’epoca in cui viveva, dato che scriveva dell’amore, della natura e della vita quotidiana degli uomini e non era per nulla interessato alle gesta eroiche dei personaggi che avevano reso grande Roma. Preferiva concentrarsi sulle passioni minacciate dallo svolgersi impietoso dell’esistenza, aveva bisogno del tormento come della gioia, e la sua poesia pare sgorgare dagli strati più intimi dell'anima. Avido di piaceri ai quali si abbandonava completamente, desideroso di gioie delicate, che ricercò invano nell'amicizia e nell'amore, trasse dai disinganni e dal vizio quell'amaro struggimento che tinge di sconsolata tristezza la sua opera.   

Catullo da Lesbia, Lawrence Alma-Tadema (1865), Collezione Allen Funt. Qui di seguito la traduzione di Salvatore Quasimodo del  carme 85: Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così, e mi tormento.













Tornando ad occuparci della villa di Catullo, giusto per comprendere la sua estensione, è bene precisare che essa occupa un'area di circa due ettari ed è circondata da uno storico uliveto composto da più di mille piante, e da fitte siepi di rosmarino, la cui persistente e squisita fragranza accompagna il visitatore (se ci penso, mi pare di sentire ancora oggi nelle narici quel profumo!). Insomma, è un luogo meraviglioso, sotto tantissimi punti di vista, e che vi consiglio vivamente di visitare.
Vi segnalo, inoltre, che all'interno dell'area archeologica, dal 1999 è aperto il piccolo ma rilevante Museo archeologico di Sirmione, che espone reperti locali e alcuni provenienti da siti del basso Garda.

Ancora uno scorcio delle Grotte- fonte web
Ed ora procediamo con la nostra immaginaria esplorazione delle altre aree di questo suggestivo borgo


Al centro storico di Sirmione, borgo di origine medievale, si accede unicamente attraverso il ponte levatoio del Castello Scaligero, una Rocca di epoca Scaligera eretta intorno alla metà del XIII secolo, probabilmente sui resti di una fortificazione romana. La sua realizzazione fu ordinata dal Podestà di Verona Leonardino della Scala, condottiero ghibellino, più noto come Mastino I della Scala.

Ingresso al borgo di Sirmione - fonte web
Quello di Sirmione, tra l’altro, è uno fra i più completi e meglio conservati castelli d’Italia. Le mura e le tre massicce torri maggiori sono caratterizzate dalle merlature a coda di rondine e dietro questi tre torrioni emerge l’imponente mastio sotto al quale si trovavano le celle che un tempo erano destinate ai prigionieri. Una volta entrati nel portico del castello ci si trova dinanzi a una scala che conduce ad un ulteriore ponte levatoio. Da qui, tramite una lunga rampa, si possono raggiungere i camminamenti di ronda delle mura, dai quali si può apprezzare la darsena, che sul finire del XII secolo rappresentava il luogo di rifugio della flotta Scaligera.

Merlature a coda di rondine, tipiche dell'architettura scaligera- foto web
Ma la particolarità di questa fortezza è di essere costeggiata su tre lati dal lago di Garda e ciò ne accresce ulteriormente il fascino.

Ed ora entriamo nel vivo della storia di Sirmione, che fu teatro di crudeli e sanguinose vicende, e lo facciamo proprio a partire dall’insediamento di Mastino I della Scala. Seguitemi! 

Nell’anno del Signore 1262, morto Ezzelino da Romano potentissimo tiranno, il popolo di Verona, riacquistò il dominio della città, creando suo Podestà Mastino della Scala, fratello di Alberto” così narrano gli Annales Veronense di Paride da Cerea (sec. XIII) e, precisamente nel 1262 Mastino venne eletto Potestà di Verona, nel momento in cui Ezzelino III da Romano uscì di scena. 

Stemma scaligero, Rocca di Sirmione- foto Wikipedia
Sulle origini dei Della Scala le informazioni sono molto confuse: c’è chi sostiene che discendessero dai nobili Scalemburg, chi li ritiene discendenti di un certo Jacopo Fico, costruttore di scale, e chi li vuol far discendere da una famiglia di mercanti di lana, divenuti in seguito vassalli. Quel che è certo è che le notizie sul casato acquistano rilevanza con l’ingresso nella scena politica veronese di Mastino. 

Di Mastino non è nota la data di nascita, ma si sa con precisione che morì assassinato nei pressi delle Case Mazzanti, di proprietà Scaligera, nell’ottobre del 1277.

A Verona - lapide a Mastino I Della Scala, Wikipedia
Proclamato Podestà e Capitano della Casa dei Mercanti, egli non si definì mai Signore, ma Protettore di Verona, cui cercò di assicurare un clima di pace e prosperità aprendo le porte ai fuoriusciti e stringendo relazioni amichevoli con gli Estensi e la guelfa Mantova.
Per assicurarsi il potere in quel contesto di gran fermento e instabilità sociale e religiosa, inizialmente cercò l’appoggio sia del Clero, che della corporazione dei mercanti. Tuttavia, il controllo del territorio veronese, così come delle aree limitrofe a Trento, continuava ad allettare la bramosia di molti attori di quella scena politica e chi già poteva vantare dei vantaggi su quei terreni, difficilmente avrebbe accettato di dividerli con altri. 

Corradino di Svevia quattordicenne durante
una battuta di falconeria: fonte Wikipedia
In questo quadro politico e sociale, Corradino di Svevia, Duca di Svevia e figlio dell’imperatore Corrado IV, nel 1267 dopo aver placato gli animi dei feudatari germanici presso i quali non godeva di grande stima, varcò le Alpi e giunse alle porte di Verona, intenzionato a ridestare la fazione imperiale.
Ma se Mastino e gli ambasciatori di numerose città venete, lombarde e toscane accoglievano festosamente il nuovo alleato, la Chiesa di Roma, guidata da Papa Clemente IV, guardava alla discesa del Duca di Svevia in Verona come ad una sfrontata e temibile minaccia

Papa Clemente IV, infatti, non perse tempo e lanciò una scomunica su Corradino di Svevia e su tutti i ghibellini (coloro che si schieravano contro il papato) che lo avevano appoggiato: Mastino in testa!

Tuttavia, per comprendere come Sirmione divenne protagonista delle sanguinose vicende di cui abbiamo fatto cenno all’inizio, è necessario fare un passo indietro nel tempo.

Dovete sapere che a partire dal XI secolo, nell’Europa scossa dalle numerose e drammatiche agitazioni sociali, trovò terreno fertile una nuova setta religiosa, quella dei Catari, probabilmente originata dall’infiltrazione in Occidente di un’altra setta religiosa, quella dei bogomili, già presente fin dal decimo secolo in Tracia e Bulgaria.

Il movimento religioso dei Catari, di chiaro stampo eretico, iniziò a diffondersi in Renania, nella Francia settentrionale, nelle Fiandre, successivamente nella Francia meridionale dove diede vita al movimento degli Albigesi, e per finire, in Dalmazia e nell’Italia settentrionale. Addirittura, nel 1167, gli eretici provenzali e italiani, attraverso il concilio di Saint-Félix-de-Caraman, presso Tolosa, posero le basi per la Chiesa Catara, organizzata in vescovati e diocesi.

Croce Catara- fonte Wikipedia

I Catari, il cui nome significa Puri, erano in netto contrasto con la Chiesa di Roma. Al pari dei Manichei, i Catari affermavano una concezione dualistica della realtà, secondo cui la salvezza dell’uomo sarebbe stata possibile solo a condizione di separare l’anima dal corpo. Il risultato sarebbe stato raggiunto attraverso la sofferenza fisica e la morte, senza alcuna mediazione né del clero né dei sacramenti. Nonostante la posizione talvolta estremista, l’esemplarità della loro condotta confrontata con l'opulenza e la corruzione di tanti prelati appartenenti al clero romano, esercitò un fascino intenso sulle coscienze del tempo. In questo modo ottennero l'appoggio, non solo delle classi popolari, ma anche di alcuni feudatari

Ai loro successi si contrappose con durezza la Chiesa romana che, decisa a difendersi dagli eretici, approvò l’ordine religioso dei Frati predicatori, capeggiato da Domenico di Guzmàn (NB: il futuro San Domenico, il suo ordine in seguito venne definito ordine domenicano). I Frati predicatori vennero inviati in Linguadoca a contrastare gli albigesi (catari). Lo stesso Domenico di Guzmàn, fu in prima linea contro le dilaganti eresie in quelle terre e qui le fonti storiche divergono: secondo alcune di esse, egli  cercò di combattere gli eretici senza ricorrere alla violenza; secondo alcuni poeti trovatori, egli legittimò l’uso della violenza e gli stessi domenicani vennero dipinti come dei corrotti.


Pedro Berruguete: San Domenico e gli Albigesi
(Museo del Prado, Madrid): fonte web
Intanto, nel 1208, su decisione di Papa Innocenzo III, venne bandita una crociata contro gli albigesi (leggi, Catari: termine derivato dalla cittadina francese Albi). A far degenerare il tutto furono le preoccupazioni di re e feudatari francesi per lo scardinamento dei pilastri sociali di famiglia e società civile che il Catarismo poteva comportare, ed ecco che si passò alle maniere forti: repressioni, giudizi sommari, impiccagioni e roghi divennero sempre più frequenti, fino all’entrata in campo del Tribunale dell’Inquisizione. Quella crociata si concluse nel 1219 con lo sterminio degli eretici provenzali e con l'annessione della Francia meridionale al Regno capetingio. 

Persecuzione dei Catari ad opera
dei Domenicani- fonte web

Catari al rogo - fonte web




















Espulsione degli abitanti di Carcassonne nel 1209, miniatura del manoscritto
delle Grandi Cronache di Francia, 1415 circa, Maestro Boucicaut: fonte web
Nel 1220,  Onorio III succedette ad Innocenzo III e conferì la corona del Sacro Romano Impero a Federico II di Svevia nella speranza che anche Federico si ponesse a capo di una seconda crociata. Le pressioni della Chiesa di Roma sull’imperatore erano molto forti. Mentre Federico operava per acquistare piena autonomia da Roma, in Germania principi e baroni lottavano per essere autonomi e nell’Italia del Nord i Comuni facevano altrettanto. Per questo motivo, anche Federico II combatté i Catari nel settentrione italiano, dove si erano rifugiati molti albigesi, e nel 1224 emanò una disposizione legislativa che introduceva la pena di morte per eresia. 

Luigi VIII di Francia espugna Marmande, disegno dal manoscritto della Canso de la crosada, di Guilhem de Tudèle e riferita alla crociata albigese

Oltre trent’anni dopo le battaglie che impegnarono i crociati in Francia, ancora sopravvivevano colonie eretiche in luoghi non troppo sospetti. La comunità più numerosa si trovava proprio sul lago di Garda.

Ed eccoci tornati ai giorni in cui Mastino governava le terre veronesi, al cui interno venivano annoverate anche Desenzano e Sirmione

Camminamento Castello di Sirmione- foto web
Proprio sotto il suo governo, infatti, Desenzano e Sirmione divennero centri nevralgici dell’eresia, ospitando una corposa comunità di Catari. A dire il vero, anche in altri luoghi dell’Italia settentrionale erano sopravvissute alcun comunità catare protette dai feudatari che osteggiavano il potere del clero romano, per esempio a Concorezzo ossia vicino a Monza, a Bagnolo S. Vito che rimane nei pressi di Mantova, a Treviso, così come a Firenze e Spoleto. 

Nel 1267 Sirmione era divenuta meta di tutti gli albigesi in fuga dalle persecuzioni, inclusi i massimi esponenti francesi del movimento, scampati alle stragi di Tolosa, Narbonne e Carcassonne.

Come ben ricorderete, però è esattamente in quell’anno che Corradino di Svevia giunse a Verona, ospite di Mastino e da lì partì la scomunica di Papa Clemente IV, attraverso la quale il papato dichiarava ufficialmente guerra al Potestà di Verona e ai suoi alleati.  

Fu quindi nel 1267, che la lunga mano dell’Inquisizione si abbatté anche sul Garda: da Verona si favorì un'offensiva ai danni della roccaforte sirmionese che durò anni. E proprio contro Sirmione, il 12 novembre 1276, si scatenò la più intensa repressione antiereticale: una vera spedizione armata, con largo impiego di cavalieri e fanti, guidata dal vescovo di Verona Timideo, dall’inquisitore francescano Filippo Bonacolsi affiancato dal padre Pinamonte (capitano generale di Mantova), e da Alberto della Scala, fratello di Mastino signore di Verona.

Fu una caccia aperta all’eretico, come registra Ubertino de Romano, testimone più che attendibile in quanto vicinissimo al potere scaligero, che finì con 166 arresti. Dopo alcuni anni di prigionia, giunse il drammatico e definitivo epilogo che si consumò il 13 febbraio del 1278

Arena di Verona, probabile sede del rogo dei Catari catturati a Sirmione-
fonte web
Quel giorno, i 166 Catari catturati a Sirmione, furono condotti nell’arena di Verona, legati ad una catasta di legno posta al centro della struttura e lì bruciati vivi in un immenso rogo (secondo alcuni storici l’esecuzione ebbe luogo in piazza delle Erbe, per altri, in piazza Bra. Ma questi sono solo dettagli). 

In seguito Sirmione fu sciolta definitivamente dalla scomunica.

Come dimostrano le cronache, è evidente che dietro allo sterminio di questa comunità religiosa ci sia stata molta politica: l’azione dei veronesi conto i Catari era servita loro a pacificarsi con il papa. Mutatis mutandis, viene da chiedersi se qualcuno abbia mai imparato qualcosa dalla storia... 

Castello Scaligero, Sirmione, fonte web

Eccoci arrivati alla fine della nostra escursione a Sirmione, che mi auguro vi sia piaciuta e nel congedarmi da voi, come al solito, sollecito il vostro intervento: conoscevate la storia di Sirmione e dei Catari? Cosa ne pensate? Quali altri luoghi/ eventi storici vi sentite di segnalare? 

Buona settimana a tutti e arrivederci al prossimo post! :-)


FONTI:

BIBLIOGRAFIA:
G. M. Varanini, Gli Scaligeri 1277-1387, Milano, Arnoldo Mondadori Editore
G. Hancock e R. Buval - "Il talismano, Le città sacre e la fede segreta", Il Corbaccio.
J. Viach - "Il Cataro", Edizioni il Punto di Incontro.

ARTICOLI IN INTERNET:



ICONOGRAFIA:
Pedro Berruguete: San Domenico e gli Albigesi (Museo del Prado, Madrid): fonte web

Espulsione degli abitanti di Carcassonne nel 1209, miniatura estratta da un manoscritto delle Grandi Cronache di Francia, del 1415 circa e attribuito al Maestro Boucicaut: fonte web

Predicazione di San Domenico. Miniatura tratta dal Breviarium ad usum fratrum Predicatorum (Bréviaire de Belleville), Vol. II: fonte web

Corradino di Svevia quattordicenne durante una battuta di falconeria: fonte Wikipedia

Stele di Mastino a Verona: fonte Wikipedia

Luigi VIII di Francia espugna Marmande, da un disegno proveniente dall'unico manoscritto sopravvissuto della Canso de la crosada, di Guilhem de Tudèle e riferita alla crociata albigese svoltasi tra il 1208 e il 1219; fonte http://gallicadossiers.bnf.fr/Anthologie/notices/00217.htm

I catari cacciati da Carcassonne nel 1209, dalla miniatura (1415 circa) della Grande Cronaca di Francia, British Library

Arena di Verona: fonte web
Castello di Sirmione: fonte web
Grotte di Catullo: fonte web

INFO PRATICHE: come raggiungere Sirmione

in auto: Autostrada A4 Torino/Venezia, uscita casello di Sirmione
in treno: stazione di Desenzano
in aereo: aeroporti di Verona, Bergamo e Brescia
Inoltre, è attivo il servizio di Battello, che porta in pochi minuti ai porti di Maderno Toscolano, Limone, Riva (Trentino), Malcesine e Torri del Benaco (Veneto) permettendo di ammirare il Garda da diverse prospettive







14 commenti:

  1. Conoscevo qualcosa dei Catari, ma questa parte relativa a Sirmione mi mancava tutta. Bel post, Cle! :-)

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  2. Ciao Ivano e grazie di essere passato! È che si parla sempre poco dei Catari (gli storici han preferito liquidarli in fretta), e al massimo vien fatto in riferimento alla crociata che ha portato alla loro soppressione in Linguadoca. In generale, si parla pochissimo dell'uccisione degli eretici in Italia... chissà come mai ;-) Tra l'altro, penso che se Eco non avesse scritto Il nome della rosa, probabilmente se ne sarebbe parlato ancora meno! Invece, di Catari, Valdesi e Dolciniani, come sai, ce ne sono stati tanti nello Stivale, una presenza tutt'altro che transitoria (complessivamente quasi 3 secoli di permanenza) e una diffusione che ha interessato la penisola dal nord al sud. Insomma, son proprio contenta che il post riesca a stimolare curiosità :-)

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  3. Ciao Cle, interessante, non sapevo nulla di tutto ciò. Grazie dell'impegno che metti nelle tue ricerche. A presto

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  4. Grazie, Lisa, non potevi scrivermi nulla di più bello! Sono lieta di averti fatto scoprire qualcosa, mi sforzo sempre di proporre temi e/o trattamenti insoliti e non è facile. Come dici tu, queste ricerche impegnano parecchio, anche quando si riallacciano a vecchi studi che avevo elaborato anni addietro: serve comunque recuperarli e riadattarli... quindi, ti lascio immaginare! Però, se poi leggo che il post è stato gradito, allora mi sento completamente ripagata di tutte le fatiche :-) :-)

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  5. No Clem, non ne sapevo nulla. Ho sempre associato Sirmione a Catullo e alla sua villa, ma non avevo la minima idea della storia che ci hai così chiaramente raccontato. Sì, l'argomento delle eresie medievali è molto affascinante e poco conosciuto. Tra l'altro quello dei Catari, per quanto ne so, era l'unico movimento che attaccava la Chiesa cattolica non solo sul piano strutturale ed etico, ma anche anche sul piano più profondo della dottrina. Grazie per i tuoi approfondimenti sempre molto stimolanti; mi hai fatto venire in mente anche il movimento dei Patari, di cui so pochissimo...chissà, magari continuando a frequentare questo blog...

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    1. Hai ragione, Stella (permettimi di ringraziarti per questo commento squisito!): i Catari contrastavano la chiesa anche sul piano dottrinale. Seguendo l'Antico Testamento aderivano alla linea apostolica che prevedeva la successione sulla base dei legami di sangue e quindi partivano dal presupposto (negato dal cristianesimo) che Gesù avesse dei fratelli di sangue (gli apostoli). Non so se condividessero anche la teoria, sempre apostolica, che Gesù avesse anche una moglie (Maria Maddalena), ma di certo non riconoscevano la successione papale. Tra l'altro, ammettevano come unico sacramento il battesimo, che proponevano ai seguaci solo in età adulta. Per quanto riguarda il legame tra Catari e Patari l'unica certezza è che entrambi i movimenti si opponevano alla corruzione (concubinaggio, simonia e sete di potere) del clero, ma le correnti anticlericali erano tante. Alcuni storici ammettono il legame (del resto il patarismo nasce a Milano e geograficamente potrebbe essere plausibile un'influenza sui Catari, sorti in origine nel sud della Francia), altri lo escludono preferendo riconoscere nei Bogomili e nei Manichei il nucleo di ispirazione. Ad ogni modo, la storia degli eretici è complessa, ma decisamente affascinante e chissà che non capiti di riparlarne ancora su questo blog ; -)

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  6. Sirmione me la ricordo appunto quando ne parlava Catullo quando studiavo letteratura latina al liceo. Caspita, non avevo idea che fosse un posto tanto bello. :)

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    1. Meraviglioso, Marco, consiglio vivamente di andarlo a visitare. Grazie del passaggio :-)

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  7. Splendido post, Clementina. Complimenti per il testo che denota una ricerca assai impegnativa e anche per l'iconografia curata. Mi hanno incuriosito le ipotesi sull'origine stemma scaligero. La storia dell'araldica è affascinante e densa di simboli. Già conoscevo Sirmione per averla visitata un paio di volte, e... tu sai che ho girato "un po'" nella mia vita, eppure lo considero uno dei luoghi più belli che abbia visto. Inoltre ho avuto la fortuna in entrambe le occasioni di visitarlo con giornate di pieno sole e di apprezzarne ancora di più la bellezza e la poesia delle rovine, della posizione, dell'acqua e i profumi degli alberi. Di contro, non sapevo nulla della presenza di Catari a Sirmione, grazie per questa pagina di Storia tanto drammatica quanto interessante.

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    1. Hai ragione, non bisogna mai dar niente per scontato quando ci si imbatte nell'araldica, ogni minimo segno e la sua posizione all'interno dello stemma ha uno scopo preciso: è davvero un mondo affascinante. Pensa, invece, che proprio stamattina ho trovato un articolo che parlava del lago di Garda e, in particolare, metteva in luce che Sirmione si trova al top di una classifica dei posti più belli del Benaco (pare addirittura che in questo caso i turisti tedeschi e inglesi parlino quasi esclusivamente di Sirmione) e rientra tra quelli più citati dagli stranieri in visita nel nostro Paese. Nel pezzo si parlava del paesaggio, delle Grotte di Catullo e del castello, come principali punti di attrazione, mentre non ho trovato nessun riferimento alla sua storia medievale, men che meno all'episodio legato ai Catari. Poi, rileggendo i commenti su questa pagina, mi son detta: caspita, non ne parla nessun'altro, eppure sembra un argomento (senza dubbio, non per tutti) che raccoglie un certo interesse...
      Grazie, Cristina, mi ha fatto un grande piacere il tuo apprezzamento, davvero!

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  8. Una interessante e molto ben documentata pagina di storia. Avevo qualche vago ricordo dei Catari, reminiscenze ormai d'epoca e di tutta questa appassionante storia non sapevo quasi nulla. E per quanto riguarda Sirmione, posso confermare che è incantevole; ci sono stata di passaggio mezza giornata una quindicina di anni fa e ho potuto ammirare il Castello Scaligero e lo splendido paesaggio.

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    1. Sì, è un luogo unico, incantevole e per questo è rimasto impresso nel nostro cuore. Vedo che anche tu, Lauretta, come tutti gli altri amici passati di qui, mi confermi di non sapere nulla della storia dei Catari a Sirmione: caspita, sono felice di aver contribuito, nel mio piccolo, a farla conoscere almeno un po' e ti ringrazio tantissimo delle tue belle parole :-)

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    2. Stai contribuendo parecchio, con i tuoi post, a farci conoscere storie, luoghi, eventi di cui non sapevamo nulla o quasi. Perciò, grazie a te!

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dani.sanguanini@gmail.com