Tra una puntata e l’altra
sui Tarocchi vi propongo una visita a Sirmione durante la quale ci avvicineremo alla sua storia, in particolare sfioreremo il I secolo d.C., per poi tuffarci nel XIII. La ricetta di questa nuova
affascinante avventura prevede paesaggi
mozzafiato, meraviglie archeologiche,
poesia, e alcuni sanguinosi delitti: vedrete che non ve
ne pentirete! ;-)
Sirmione - fonte web |
Iniziamo con alcune informazioni preliminari su
questo piccolo gioiello, definito la Perla del Garda. Si tratta di uno
dei poli turistici più importanti del Benaco, specchio d'acqua che cuce insieme
tre regioni: Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. La cittadina lombarda
(oggi Sirmione fa parte della provincia di Brescia, ma nel Medio Evo era annessa a Verona), il cui nome
deriva da syrma, ossia coda, si sviluppa su una penisola sottile che si estende per quattro
chilometri nel cuore del lago.
Sirmione vista dall'alto: il suo nome deriva da syrma, coda- fonte web |
È praticamente impossibile
non accorgersi fin da subito della bellezza del suo paesaggio, che ha ispirato e affascinato nel corso della
storia numerosi artisti, fino a
guadagnarsi il soprannome di penisola dei poeti. Furono molti, infatti i poeti
e gli scrittori innamorati di questo luogo: da Catullo, Giosuè Carducci, Ezra
Pound, a James Joyce, e altri ancora.
Grotte di Catullo - fonte web |
Immaginando di osservarla
dall’alto ci accorgeremo che all’estremità della penisola, in posizione
dominante il lago e la sottostante spiaggia di grandi sassi bianchi, si trovano
i resti della villa romana denominata Grotte di Catullo.
Le Grotte sono fra i più affascinanti resti archeologici di epoca
romana dell’intero nord Italia e rappresentano ciò che rimane di una grande villa appartenuta al famoso poeta latino Gaio Valerio Catullo, eretta tra la fine del I sec. a.C. e gli
inizi del I sec. d.C.
Gaio Valerio Catullo - fonte web |
Ma non possiamo parlare delle Grotte, senza riferire qualche cenno sul poeta: Catullo nasce attorno all’87 a.C. e muore solo trent’anni dopo, per cause sconosciute. Era un poeta anomalo per l’epoca in cui viveva, dato che scriveva dell’amore, della natura e della vita quotidiana degli uomini e non era per nulla interessato alle gesta eroiche dei personaggi che avevano reso grande Roma. Preferiva concentrarsi sulle passioni minacciate dallo svolgersi impietoso dell’esistenza, aveva bisogno del tormento come della gioia, e la sua poesia pare sgorgare dagli strati più intimi dell'anima. Avido di piaceri ai quali si abbandonava completamente, desideroso di gioie delicate, che ricercò invano nell'amicizia e nell'amore, trasse dai disinganni e dal vizio quell'amaro struggimento che tinge di sconsolata tristezza la sua opera.
Tornando ad occuparci della
villa di Catullo, giusto per
comprendere la sua estensione, è bene precisare che essa occupa un'area di circa due ettari ed è circondata da uno storico uliveto composto da più di mille piante, e da fitte siepi di rosmarino, la cui
persistente e squisita fragranza accompagna il visitatore (se ci penso, mi pare
di sentire ancora oggi nelle narici quel profumo!). Insomma, è un luogo
meraviglioso, sotto tantissimi punti di vista, e che vi consiglio vivamente di
visitare.
Vi segnalo, inoltre, che all'interno dell'area archeologica, dal
1999 è aperto il piccolo ma rilevante Museo
archeologico di Sirmione, che espone reperti locali e alcuni provenienti da
siti del basso Garda.
Ancora uno scorcio delle Grotte- fonte web |
Ed ora procediamo con la nostra immaginaria esplorazione
delle altre aree di questo suggestivo borgo.
Al centro storico di
Sirmione, borgo di origine medievale,
si accede unicamente attraverso il ponte levatoio del Castello Scaligero, una Rocca di epoca Scaligera eretta intorno
alla metà del XIII secolo, probabilmente sui resti di una fortificazione romana.
La sua realizzazione fu ordinata dal Podestà di Verona Leonardino della Scala, condottiero ghibellino, più noto come Mastino I della Scala.
Ingresso al borgo di Sirmione - fonte web |
Quello
di Sirmione, tra l’altro, è uno fra i
più completi e meglio conservati castelli d’Italia. Le mura e le tre
massicce torri maggiori sono caratterizzate dalle merlature a coda di rondine e
dietro questi tre torrioni emerge l’imponente mastio sotto al quale si
trovavano le celle che un tempo erano destinate ai prigionieri. Una volta
entrati nel portico del castello ci si trova dinanzi a una scala che conduce ad
un ulteriore ponte levatoio. Da qui, tramite una lunga rampa, si possono
raggiungere i camminamenti di ronda delle mura, dai quali si può apprezzare la darsena, che sul finire del XII secolo
rappresentava il luogo di rifugio della flotta Scaligera.
Merlature a coda di rondine, tipiche dell'architettura scaligera- foto web |
Ma la particolarità di
questa fortezza è di essere costeggiata su tre lati dal lago di Garda
e ciò ne accresce ulteriormente il fascino.
Ed ora entriamo nel vivo
della storia di Sirmione, che fu teatro di
crudeli e sanguinose vicende, e lo facciamo proprio a partire
dall’insediamento di Mastino I della Scala. Seguitemi!
“Nell’anno del Signore 1262, morto Ezzelino da Romano potentissimo
tiranno, il popolo di Verona, riacquistò il dominio della città, creando suo
Podestà Mastino della Scala, fratello di Alberto” così narrano gli Annales
Veronense di Paride da Cerea (sec. XIII) e, precisamente nel 1262 Mastino venne eletto Potestà
di Verona, nel momento in cui
Ezzelino III da Romano uscì di scena.
Stemma scaligero, Rocca di Sirmione- foto Wikipedia |
Sulle origini dei Della Scala
le informazioni sono molto confuse: c’è chi sostiene che
discendessero dai nobili Scalemburg, chi li ritiene discendenti di un certo
Jacopo Fico, costruttore di scale, e chi li vuol far discendere da una famiglia
di mercanti di lana, divenuti in seguito vassalli. Quel che è certo è che le
notizie sul casato acquistano rilevanza con l’ingresso nella scena politica
veronese di Mastino.
Di Mastino non è nota la data di nascita, ma si sa
con precisione che morì assassinato
nei pressi delle Case Mazzanti, di proprietà Scaligera, nell’ottobre del 1277.
A Verona - lapide a Mastino I Della Scala, Wikipedia |
Proclamato Podestà e Capitano della Casa dei Mercanti, egli non si definì mai Signore, ma Protettore di Verona,
cui cercò di assicurare un clima di pace e prosperità aprendo le porte ai
fuoriusciti e stringendo relazioni amichevoli con gli Estensi e la guelfa
Mantova.
Per assicurarsi il potere
in quel contesto di gran fermento e instabilità sociale e religiosa, inizialmente cercò l’appoggio sia del Clero, che della corporazione dei mercanti. Tuttavia, il controllo del territorio veronese, così come
delle aree limitrofe a Trento, continuava ad allettare la bramosia di molti
attori di quella scena politica e chi già poteva vantare dei vantaggi su quei
terreni, difficilmente avrebbe accettato di dividerli con altri.
Corradino di Svevia quattordicenne
durante una battuta di falconeria: fonte Wikipedia |
In questo quadro politico
e sociale, Corradino di Svevia, Duca
di Svevia e figlio dell’imperatore Corrado IV, nel 1267 dopo aver placato gli animi dei feudatari germanici presso i
quali non godeva di grande stima, varcò le Alpi e giunse alle porte di Verona, intenzionato a ridestare la fazione
imperiale.
Ma se Mastino e gli ambasciatori di numerose città venete, lombarde e
toscane accoglievano festosamente il
nuovo alleato, la Chiesa di Roma,
guidata da Papa Clemente IV, guardava alla discesa del Duca di Svevia in Verona
come ad una sfrontata e temibile minaccia.
Papa
Clemente IV, infatti, non perse tempo e lanciò una scomunica su Corradino di Svevia e su
tutti i ghibellini (coloro che si
schieravano contro il papato) che lo avevano appoggiato: Mastino in testa!
Tuttavia, per comprendere
come Sirmione divenne protagonista delle sanguinose vicende di cui abbiamo fatto
cenno all’inizio, è necessario fare un
passo indietro nel tempo.
Dovete sapere che a
partire dal XI secolo, nell’Europa
scossa dalle numerose e drammatiche agitazioni sociali, trovò terreno fertile
una nuova setta religiosa, quella
dei Catari, probabilmente originata dall’infiltrazione
in Occidente di un’altra setta religiosa, quella dei bogomili, già presente fin
dal decimo secolo in Tracia e Bulgaria.
Il movimento religioso dei
Catari, di chiaro stampo eretico,
iniziò a diffondersi in Renania, nella Francia settentrionale,
nelle Fiandre, successivamente nella
Francia meridionale dove diede vita
al movimento degli Albigesi, e per
finire, in Dalmazia e nell’Italia settentrionale. Addirittura, nel
1167, gli eretici provenzali e italiani, attraverso il concilio di
Saint-Félix-de-Caraman, presso Tolosa, posero le basi per la Chiesa Catara,
organizzata in vescovati e diocesi.
Croce Catara- fonte Wikipedia |
I Catari, il cui nome significa Puri, erano in netto contrasto con la Chiesa di
Roma. Al pari dei Manichei, i Catari affermavano
una concezione dualistica della
realtà, secondo cui la salvezza dell’uomo sarebbe stata possibile solo a
condizione di separare l’anima dal corpo. Il risultato sarebbe stato raggiunto attraverso
la sofferenza fisica e la morte, senza alcuna mediazione né del clero né dei
sacramenti. Nonostante la posizione talvolta estremista, l’esemplarità
della loro condotta confrontata con
l'opulenza e la corruzione di tanti prelati appartenenti al clero romano, esercitò
un fascino intenso sulle coscienze del tempo. In questo modo
ottennero l'appoggio, non solo delle
classi popolari, ma anche di alcuni feudatari.
Ai loro successi si contrappose con durezza la
Chiesa romana che, decisa a difendersi dagli eretici, approvò l’ordine
religioso dei Frati predicatori,
capeggiato da Domenico di Guzmàn (NB:
il futuro San Domenico, il suo ordine in seguito venne definito ordine
domenicano). I Frati predicatori vennero
inviati in Linguadoca a contrastare gli albigesi (catari). Lo
stesso Domenico di Guzmàn, fu in prima linea contro le dilaganti eresie in quelle
terre e qui le fonti storiche divergono: secondo alcune di esse, egli cercò di combattere gli eretici senza
ricorrere alla violenza; secondo alcuni poeti trovatori, egli legittimò l’uso
della violenza e gli stessi domenicani vennero dipinti come dei corrotti.
Pedro Berruguete: San
Domenico e gli Albigesi (Museo del Prado, Madrid): fonte web |
Intanto,
nel 1208, su decisione di Papa Innocenzo
III, venne bandita una crociata contro gli albigesi (leggi, Catari: termine derivato dalla cittadina francese
Albi). A far degenerare il tutto furono le preoccupazioni di re e feudatari
francesi per lo scardinamento dei pilastri sociali di famiglia e società civile
che il Catarismo poteva comportare, ed ecco che si passò alle maniere forti: repressioni,
giudizi sommari, impiccagioni e roghi divennero sempre più frequenti, fino all’entrata in campo del
Tribunale dell’Inquisizione. Quella
crociata si concluse nel 1219 con lo sterminio degli eretici provenzali e con
l'annessione della Francia meridionale al Regno capetingio.
Persecuzione dei Catari ad opera dei Domenicani- fonte web |
Catari al rogo - fonte web |
Espulsione degli abitanti
di Carcassonne nel 1209, miniatura del manoscritto delle Grandi Cronache di Francia, 1415 circa, Maestro Boucicaut: fonte web |
Nel 1220, Onorio III succedette ad Innocenzo III e conferì la corona del Sacro Romano Impero a Federico
II di Svevia nella speranza che anche Federico si
ponesse a capo di una seconda crociata. Le pressioni della Chiesa di Roma sull’imperatore
erano molto forti. Mentre Federico operava per acquistare piena autonomia da
Roma, in Germania principi e baroni lottavano per essere autonomi e nell’Italia
del Nord i Comuni facevano altrettanto. Per questo motivo, anche Federico II combatté i Catari nel settentrione italiano, dove si erano
rifugiati molti albigesi, e nel 1224 emanò una disposizione legislativa che introduceva la pena di morte per eresia.
Luigi VIII di Francia espugna Marmande, disegno dal manoscritto della Canso de la crosada, di Guilhem de Tudèle e riferita alla crociata albigese |
Oltre trent’anni dopo le battaglie che impegnarono i crociati in Francia,
ancora sopravvivevano colonie eretiche
in luoghi non troppo sospetti. La comunità più numerosa si trovava proprio sul
lago di Garda.
Ed eccoci tornati ai giorni in cui Mastino governava le terre veronesi, al cui interno venivano annoverate anche Desenzano e Sirmione.
Camminamento Castello di Sirmione- foto web |
Proprio sotto il suo governo, infatti, Desenzano e Sirmione divennero centri
nevralgici dell’eresia, ospitando una corposa
comunità di Catari. A dire il
vero, anche in altri luoghi dell’Italia settentrionale erano sopravvissute alcun
comunità catare protette dai feudatari che osteggiavano il potere del clero
romano, per esempio a Concorezzo ossia vicino a Monza, a Bagnolo S. Vito che
rimane nei pressi di Mantova, a Treviso, così come a Firenze e Spoleto.
Nel 1267 Sirmione era divenuta
meta di tutti gli albigesi in fuga dalle persecuzioni,
inclusi i massimi esponenti francesi del movimento, scampati alle stragi di
Tolosa, Narbonne e Carcassonne.
Come ben ricorderete, però
è esattamente in quell’anno che Corradino di Svevia giunse a Verona, ospite di Mastino e da lì partì
la scomunica
di Papa Clemente IV, attraverso la quale il papato
dichiarava ufficialmente guerra al Potestà
di Verona e ai suoi alleati.
Fu quindi nel 1267, che la lunga mano dell’Inquisizione si abbatté anche sul Garda: da Verona si favorì un'offensiva ai danni della roccaforte sirmionese che durò anni. E proprio contro Sirmione, il 12 novembre 1276, si scatenò la più intensa repressione antiereticale:
una vera spedizione armata, con largo impiego di cavalieri e fanti, guidata dal vescovo di Verona Timideo,
dall’inquisitore francescano Filippo Bonacolsi affiancato dal padre
Pinamonte (capitano generale di Mantova), e
da Alberto della Scala, fratello
di Mastino signore di Verona.
Fu una caccia aperta
all’eretico, come registra Ubertino de Romano, testimone più che attendibile in
quanto vicinissimo al potere scaligero, che
finì con 166 arresti. Dopo
alcuni anni di prigionia, giunse il drammatico e definitivo epilogo che si
consumò il 13 febbraio del 1278.
Arena di Verona, probabile sede del rogo dei Catari catturati a Sirmione- fonte web |
Quel giorno, i 166 Catari catturati a Sirmione, furono condotti nell’arena di Verona, legati ad una catasta di legno posta al centro della
struttura e lì bruciati vivi in un
immenso rogo (secondo alcuni storici l’esecuzione ebbe luogo in piazza delle
Erbe, per altri, in piazza Bra. Ma questi sono solo dettagli).
In seguito
Sirmione fu sciolta definitivamente dalla scomunica.
Come dimostrano le
cronache, è evidente che dietro allo sterminio di questa comunità religiosa
ci sia stata molta politica:
l’azione dei veronesi conto i Catari era servita loro a pacificarsi con il
papa. Mutatis mutandis, viene da chiedersi se qualcuno abbia mai imparato qualcosa dalla storia...
Castello Scaligero, Sirmione, fonte web |
Eccoci arrivati alla fine
della nostra escursione a Sirmione, che mi auguro vi sia piaciuta e nel
congedarmi da voi, come al solito, sollecito il vostro intervento: conoscevate la storia di Sirmione e dei
Catari? Cosa ne pensate? Quali altri luoghi/ eventi storici vi sentite di
segnalare?
Buona settimana a tutti e
arrivederci al prossimo post! :-)
FONTI:
BIBLIOGRAFIA:
G. M. Varanini, Gli
Scaligeri 1277-1387, Milano, Arnoldo Mondadori Editore
G. Hancock e R. Buval -
"Il talismano, Le città sacre e la fede segreta", Il Corbaccio.
J. Viach - "Il
Cataro", Edizioni il Punto di Incontro.
ARTICOLI
IN INTERNET:
Da Zoroastro ai Catari,
Stelio Calabresi, http://www.rosacroceoggi.org/testi/DA%20ZOROASTRO%20AI%20CATARI.pdf
Catarismo: https://it.wikipedia.org/wiki/Catarismo
ICONOGRAFIA:
Pedro Berruguete: San
Domenico e gli Albigesi (Museo del Prado, Madrid): fonte web
Espulsione degli abitanti
di Carcassonne nel 1209, miniatura estratta da un manoscritto delle Grandi
Cronache di Francia, del 1415 circa e attribuito al Maestro Boucicaut: fonte
web
Predicazione di San
Domenico. Miniatura tratta dal Breviarium ad usum fratrum Predicatorum
(Bréviaire de Belleville), Vol. II: fonte web
Corradino di Svevia quattordicenne
durante una battuta di falconeria: fonte Wikipedia
Stele di Mastino a Verona:
fonte Wikipedia
Luigi VIII di Francia
espugna Marmande, da un disegno proveniente dall'unico manoscritto sopravvissuto
della Canso de la crosada, di Guilhem de Tudèle e riferita alla crociata
albigese svoltasi tra il 1208 e il 1219; fonte http://gallicadossiers.bnf.fr/Anthologie/notices/00217.htm
I catari cacciati da
Carcassonne nel 1209, dalla miniatura (1415 circa) della Grande Cronaca di
Francia, British Library
Arena di Verona: fonte web
Castello di Sirmione:
fonte web
Grotte di Catullo: fonte
web
INFO
PRATICHE: come raggiungere Sirmione
in
auto:
Autostrada A4 Torino/Venezia, uscita casello di Sirmione
in
treno: stazione di Desenzano
in
aereo: aeroporti di Verona, Bergamo e Brescia
Inoltre,
è attivo il servizio di Battello, che porta in pochi minuti ai
porti di Maderno Toscolano, Limone, Riva (Trentino), Malcesine e Torri del
Benaco (Veneto) permettendo di ammirare il Garda da diverse prospettive
Conoscevo qualcosa dei Catari, ma questa parte relativa a Sirmione mi mancava tutta. Bel post, Cle! :-)
RispondiEliminaCiao Ivano e grazie di essere passato! È che si parla sempre poco dei Catari (gli storici han preferito liquidarli in fretta), e al massimo vien fatto in riferimento alla crociata che ha portato alla loro soppressione in Linguadoca. In generale, si parla pochissimo dell'uccisione degli eretici in Italia... chissà come mai ;-) Tra l'altro, penso che se Eco non avesse scritto Il nome della rosa, probabilmente se ne sarebbe parlato ancora meno! Invece, di Catari, Valdesi e Dolciniani, come sai, ce ne sono stati tanti nello Stivale, una presenza tutt'altro che transitoria (complessivamente quasi 3 secoli di permanenza) e una diffusione che ha interessato la penisola dal nord al sud. Insomma, son proprio contenta che il post riesca a stimolare curiosità :-)
RispondiEliminaCiao Cle, interessante, non sapevo nulla di tutto ciò. Grazie dell'impegno che metti nelle tue ricerche. A presto
RispondiEliminaGrazie, Lisa, non potevi scrivermi nulla di più bello! Sono lieta di averti fatto scoprire qualcosa, mi sforzo sempre di proporre temi e/o trattamenti insoliti e non è facile. Come dici tu, queste ricerche impegnano parecchio, anche quando si riallacciano a vecchi studi che avevo elaborato anni addietro: serve comunque recuperarli e riadattarli... quindi, ti lascio immaginare! Però, se poi leggo che il post è stato gradito, allora mi sento completamente ripagata di tutte le fatiche :-) :-)
RispondiEliminaNo Clem, non ne sapevo nulla. Ho sempre associato Sirmione a Catullo e alla sua villa, ma non avevo la minima idea della storia che ci hai così chiaramente raccontato. Sì, l'argomento delle eresie medievali è molto affascinante e poco conosciuto. Tra l'altro quello dei Catari, per quanto ne so, era l'unico movimento che attaccava la Chiesa cattolica non solo sul piano strutturale ed etico, ma anche anche sul piano più profondo della dottrina. Grazie per i tuoi approfondimenti sempre molto stimolanti; mi hai fatto venire in mente anche il movimento dei Patari, di cui so pochissimo...chissà, magari continuando a frequentare questo blog...
RispondiEliminaHai ragione, Stella (permettimi di ringraziarti per questo commento squisito!): i Catari contrastavano la chiesa anche sul piano dottrinale. Seguendo l'Antico Testamento aderivano alla linea apostolica che prevedeva la successione sulla base dei legami di sangue e quindi partivano dal presupposto (negato dal cristianesimo) che Gesù avesse dei fratelli di sangue (gli apostoli). Non so se condividessero anche la teoria, sempre apostolica, che Gesù avesse anche una moglie (Maria Maddalena), ma di certo non riconoscevano la successione papale. Tra l'altro, ammettevano come unico sacramento il battesimo, che proponevano ai seguaci solo in età adulta. Per quanto riguarda il legame tra Catari e Patari l'unica certezza è che entrambi i movimenti si opponevano alla corruzione (concubinaggio, simonia e sete di potere) del clero, ma le correnti anticlericali erano tante. Alcuni storici ammettono il legame (del resto il patarismo nasce a Milano e geograficamente potrebbe essere plausibile un'influenza sui Catari, sorti in origine nel sud della Francia), altri lo escludono preferendo riconoscere nei Bogomili e nei Manichei il nucleo di ispirazione. Ad ogni modo, la storia degli eretici è complessa, ma decisamente affascinante e chissà che non capiti di riparlarne ancora su questo blog ; -)
EliminaSirmione me la ricordo appunto quando ne parlava Catullo quando studiavo letteratura latina al liceo. Caspita, non avevo idea che fosse un posto tanto bello. :)
RispondiEliminaMeraviglioso, Marco, consiglio vivamente di andarlo a visitare. Grazie del passaggio :-)
EliminaSplendido post, Clementina. Complimenti per il testo che denota una ricerca assai impegnativa e anche per l'iconografia curata. Mi hanno incuriosito le ipotesi sull'origine stemma scaligero. La storia dell'araldica è affascinante e densa di simboli. Già conoscevo Sirmione per averla visitata un paio di volte, e... tu sai che ho girato "un po'" nella mia vita, eppure lo considero uno dei luoghi più belli che abbia visto. Inoltre ho avuto la fortuna in entrambe le occasioni di visitarlo con giornate di pieno sole e di apprezzarne ancora di più la bellezza e la poesia delle rovine, della posizione, dell'acqua e i profumi degli alberi. Di contro, non sapevo nulla della presenza di Catari a Sirmione, grazie per questa pagina di Storia tanto drammatica quanto interessante.
RispondiEliminaHai ragione, non bisogna mai dar niente per scontato quando ci si imbatte nell'araldica, ogni minimo segno e la sua posizione all'interno dello stemma ha uno scopo preciso: è davvero un mondo affascinante. Pensa, invece, che proprio stamattina ho trovato un articolo che parlava del lago di Garda e, in particolare, metteva in luce che Sirmione si trova al top di una classifica dei posti più belli del Benaco (pare addirittura che in questo caso i turisti tedeschi e inglesi parlino quasi esclusivamente di Sirmione) e rientra tra quelli più citati dagli stranieri in visita nel nostro Paese. Nel pezzo si parlava del paesaggio, delle Grotte di Catullo e del castello, come principali punti di attrazione, mentre non ho trovato nessun riferimento alla sua storia medievale, men che meno all'episodio legato ai Catari. Poi, rileggendo i commenti su questa pagina, mi son detta: caspita, non ne parla nessun'altro, eppure sembra un argomento (senza dubbio, non per tutti) che raccoglie un certo interesse...
EliminaGrazie, Cristina, mi ha fatto un grande piacere il tuo apprezzamento, davvero!
Una interessante e molto ben documentata pagina di storia. Avevo qualche vago ricordo dei Catari, reminiscenze ormai d'epoca e di tutta questa appassionante storia non sapevo quasi nulla. E per quanto riguarda Sirmione, posso confermare che è incantevole; ci sono stata di passaggio mezza giornata una quindicina di anni fa e ho potuto ammirare il Castello Scaligero e lo splendido paesaggio.
RispondiEliminaSì, è un luogo unico, incantevole e per questo è rimasto impresso nel nostro cuore. Vedo che anche tu, Lauretta, come tutti gli altri amici passati di qui, mi confermi di non sapere nulla della storia dei Catari a Sirmione: caspita, sono felice di aver contribuito, nel mio piccolo, a farla conoscere almeno un po' e ti ringrazio tantissimo delle tue belle parole :-)
EliminaStai contribuendo parecchio, con i tuoi post, a farci conoscere storie, luoghi, eventi di cui non sapevamo nulla o quasi. Perciò, grazie a te!
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