Oggi si celebra la festa delle
donne e nelle piazze italiane sono previsti comizi, cortei, manifestazioni,
concerti, eccetera.
Ciò che mi auguro è che nei
discorsi odierni non si trascuri di parlare del lavoro per le donne: di quello che non c’è, della carenza dei
servizi sociali a esso correlati e che dovrebbero favorire il rapporto tra
famiglia e società (come gli asili nido spesso inaccessibili anche per ragioni
di costo e che inducono le donne a ritirarsi dal mercato, o la carenza di servizi
dedicati agli anziani che costringono la donna a rinunciare al lavoro per
prendersi cura dei familiari), del lavoro che quando c’è prevede il divario
retributivo tra uomini e donne (indipendentemente da mansione e fascia di età).
Parlare di lavoro è
fondamentale in questa giornata perché l’emancipazione della donna passa anche
e soprattutto attraverso l’indipendenza economica. Non a caso la donna
sprovvista di mezzi difficilmente riesce a staccarsi da un compagno violento. E
purtroppo sappiamo bene quanto la violenza sulle donne sia un tema tragicamente
onnipresente.
Mi auguro, inoltre, che si apra
una parentesi per parlare del ruolo svolto dai media nel mantenere in vita i condizionamenti storici e culturali
delle differenze di genere, creando infiniti pregiudizi e modelli
predefiniti e mirati a far ‘sì che la donna si percepisca perennemente inadeguata
e inferiore: la donna ossessionata dal dover tenere perfettamente in ordine la
casa mentre cerca disperatamente di conciliare questa attività con il lavoro
extra casalingo, oppure la seduttrice, ovviamente senza difetti fisici (così da
poterle rifilare prodotti cosmetici, altri destinati alle diete, interventi
chirurgici,…).
Insomma, se è vero che oggi la
dominazione maschile non invita più la donna a rimanere accanto al focolare
domestico, si maschera dietro la restituzione dell’immagine di una minoranza di
donne che hanno raggiunto il successo, anestetizzando in questo modo la coscienza
della diseguaglianza; si maschera dietro a un’infinità di discorsi che
proclamano un’uguaglianza tra i sessi che nella realtà non esiste.
Il mio, dunque, è un invito a (ri)prendere
consapevolezza del fatto che, sebbene siamo entrate nel mondo dell’istruzione e
del lavoro, sebbene abbiamo fatto tanti passi avanti, continuando a farne, siamo ancora lontane dal ricoprire le cariche direttive (anche in
termini quantitativi) degli uomini sia in azienda che in politica. È un invito
a ricordare che le opportunità che ci vengono offerte non sono le stesse
rispetto a quelle concesse all’altro sesso. È un invito a ricordare che la
violenza inferta alle donne non è solo fisica, ma anche psicologica.
Buon 8 marzo!
È vero quel che dici, ossia che i passi fatti sembrano solo un contentino.
RispondiEliminaNon so, io sono cresciuto con Eva Kant... almeno nei fumetti la parità reale esiste :D
Moz-
Fosse vero! Invece non esiste nemmeno nei fumetti, caro Miki: la sovrabbondanza di personaggi maschili e lo spessore riservato a questi ultimi, a confronto del marginale ruolo femminile, la dicono lunga... ;-). Non credi?
EliminaCiao e grazie del passaggio :-)
Guarda, la scelta giusta sarebbe non festeggiare niente, non manifestare, non fare cortei.
RispondiEliminaLa lotta ci vuole tutti i giorni, non solo l'8 marzo.
Un abbraccio!
Mah! A me piace pensare che ciascuno possa scegliere per proprio conto cosa sia giusto o meno. Dopodiché gli auguri li faccio a tutti, a chi vuol festeggiare e a chi no ;-)
EliminaAuguri a tutte! Sempre validissimi i post del tuo blog cara Dani!
RispondiEliminaSuperbarbara ciao! :)
EliminaTantissimi auguri, un abbraccio ancora e grazie mille! :))
Ho ricevuto un mess su whatsapp che dice:
RispondiEliminaL'otto marzo e lotto ogni giorno.
Più giusto di così! Non basta un giorno all'anno! Non basta parlarne oggi per dimenticare domani!
Nel mio salotto, cara Pat, si parla di donne tutto l'anno, senza bisogno del suggerimento di nessuno. Inoltre, penso che alle donne non servano molto gli slogan, casomai fatti. ;-)
EliminaGrazie del commento e ancora auguri! :)
Istruzione e lavoro sono un binomio imprescindibile per tutte le donne.
RispondiEliminaBuon finale di 8 marzo, cara Clem!
Grazie Cri, anche a te!
EliminaTi scrivo adesso perché sarebbe giusto ricordarsi di festeggiare, anzi di rispettare le donne ogni giorno.
RispondiEliminaCiao!
Ciao Nick, ti ringrazio di essere passato a leggere e commentare il post.
EliminaApprofitto del tuo commento, anche sapendo che in esso non vi sia nulla di opaco, per chiarire un punto. Vale a dire che ho l’impressione che dietro a frasi come “sarebbe giusto ricordarsi di rispettare le donne ogni giorno” si annidi un allusivo rimprovero indirizzato a chi, come me, abbia voluto fare gli auguri alle donne nel giorno a loro dedicato.
Ho come l’impressione che certe frasi fatte, come quella appena citata, siano tossiche.
Pur condividendo l’idea che il perpetuare degli episodi di violenza sulle donne sia deprimente, non mi trovo affatto d’accordo con chi sostiene che sia anche sbagliato celebrare l’8 marzo. Ebbene, secondo me questa presa di posizione, per quanto lecita, è ampiamente opinabile.
Avendo sempre rispettato le donne vuoi perché lo sono anch’io (guarda un po’), vuoi perché mi sforzo di ricordarne i loro sforzi appena ne ho l’occasione (e nel mio blog se ne trova ampia testimonianza – guarda ancora un po’), continuo a voler celebrare questa giornata a modo mio e, forte del fatto che siamo ancora in democrazia, continuerò a farlo tutte le volte che ne avrò voglia.
Un caro saluto, sempre con grande senso di amicizia e scusa il predicozzo ;-)