L’arcano che andremo a
studiare oggi è il quarto della serie e corrisponde alla figura dell’Imperatore.
Come di consueto, partiamo dai
riferimenti storici e, in questo caso, troviamo almeno due collegamenti
importanti. Infatti, l’arcano è stato connesso a Alessandro Magno, e a Carlo
Magno.
Di seguito tratteggerò a
grandi linee i profili dei due condottieri. Entrare nel dettaglio della vita e
della leggenda di ciascuno di essi, in questo ambito, per quanto molto affascinante, è pressoché fuori luogo e
già i miei post sono sempre piuttosto lunghini…
Alessandro durante la
battaglia di Isso Casa del Fauno, dal 1843 al Museo archeologico nazionale di Napoli |
Alessandro,
detto il Grande o il Conquistatore, nacque a Pella nel 356 a.C. ed è una delle
maggiori figure della storia: per la grandezza delle sue imprese, il fascino
legato alla sua personalità e il fatto di essere morto al culmine della sua
gloria poco più che trentenne, è diventato una vera e propria leggenda.
Macedone di nascita, dominò la Grecia e fu un conquistatore e un abile stratega.
Denominato Magno in conseguenza dei suoi trionfi, Alessandro fu l’incarnazione
dell’eroe temerario, pronto ad affrontare sfide impossibili, generoso ma talora
anche impietosamente violento.
Ricevette l’istruzione fisica,
politica e militare direttamente dal padre, che intendeva prepararlo a
diventare un sovrano avveduto e capace. Quanto all’educazione intellettuale, il
principe ebbe la fortuna di avere come precettore Aristotele. Tra le sue
letture hanno avuto un ruolo importante l’Iliade e l’Odissea, i poemi omerici
nei quali si esaltavano i valori della forza militare di Ettore e di Achille e
l'astuzia di Ulisse.
L’immenso impero edificato da
Alessandro, partendo dalla Macedonia e dalla Grecia, giunse ad abbracciare l’Egitto
in Africa e a estendersi in Asia, fino al fiume Indo. Egli contribuì a creare
nuovi legami tra i popoli e a intensificare i contatti tra culture e civiltà
diverse, estendendo enormemente l’influenza della civiltà greca. Il giovane
eroe, cui vennero conferiti attributi divini, dopo la sua morte diventò oggetto
non soltanto di opere storiche, letterarie, musicali, pittoriche, scultoree, che
ne hanno analizzato ed esaltato la figura a partire dall'antichità fino alla
nostra epoca, ma anche di leggende scritte e orali.
Tra le opere di poco
posteriori alla sua morte vi è una sorta di romanzo epistolare, erroneamente
attribuito a Callistene e successivamente tradotto sia nel III secolo che nel X,
in Occidente. Nella leggenda medievale occidentale, ricca di prodigi, di favole
e di magie, la figura di Alessandro diviene un eroe cavalleresco. In Oriente,
muovendo dalla stessa vita romanzata erroneamente attribuita a Callistene, si
diffuse la leggenda secondo cui Alessandro sarebbe disceso nel mondo dei morti
alla ricerca della fonte di vita. Tratti della leggenda s’incontrano anche
nella letteratura araba, nel Corano, nel Talmud, ma la leggenda era nota anche a
persiani, armeni, copti, turchi, indiani, malesi.
Carlo Magno in un dipinto
ottocentesco di Louis-Félix Amiel 1837, Château de Versailles |
Carlo
Magno, notoriamente ricordato come il fondatore del Sacro Romano
Impero, primogenito di Pipino il Breve, re dei Franchi, e di Bertrada, figlia
di Cariberto conte di Laon, nacque probabilmente il 2 aprile del 742.
Nel 774, dopo aver sconfitto
Desiderio e dopo aver ripudiato la moglie longobarda, Ermengarda (di cui trattò
Manzoni, nell’Adelchi), assunse il titolo di re dei Franchi e dei Longobardi.
In seguito alle guerre contro
Sassoni, Bavari e Avari e contro i musulmani di Spagna, affermò il suo dominio
dall’Elba all’Atlantico, al Tibisco, al Danubio, all’Ebro, a Roma. Nel Natale
dell’800 fu incoronato imperatore, da papa Leone III, presso S. Pietro.
Dagli scritti dei
contemporanei emerge di lui un ritratto di un sovrano non solo dotato di grandi
qualità politiche e militari, ma anche avido di sapere e ansioso di diffondere
nel suo impero la fede cattolica, cultura di base intesa come necessaria
premessa della sua propagazione, quale sigillo di unità e di conquista. In
definitiva, la sua fisionomia è quella di un personaggio straordinario dotato
di temperamento, in cui la grandezza d'animo si sovrappone e si intreccia con la
virtù dell’eroe.
Anche Carlo, divenne
protagonista di svariate leggende, una
su tutte la Chanson de Roland.
Una curiosità: sebbene uno dei “fiori all’occhiello” di Carlo Magno fu
l’impegno profuso per la rinascita culturale del suo impero, pare che il nostro imperatore,
che conosceva benissimo il latino, il “teodisco” e il greco, non sapesse scrivere.
Nel Medioevo, infatti, l’operazione di lettura era disgiunta da quella di
scrittura e Carlo, secondo ciò che riporta il suo storico più fidato, Eginardo,
intraprese lo studio della scrittura in età avanzata, ricavandone poco
profitto.
Dopo questa rapida immersione
nella dimensione storica, passiamo ad affrontare la figura da un altro punto di
vista, tenendo sempre in grande considerazione ciò che scrivono a riguardo Laura
Tuan e Alejandro Jodorowskj.
Quali significati vengono, dunque, attribuiti all’arcano dell’Imperatore?
Inizierei col dire che l’Imperatore
è il signore del regno corporeo, è la materia viva che cerca costantemente all’esterno
il dominio di tutto ciò che è legato al piano fisico. Esso, quindi, si pone in
contrapposizione alla Papessa che ricerca tutto ciò che è riconducibile al
piano dei sentimenti e delle emozioni.
Ci troviamo di fronte a un
uomo barbuto che siede su un trono impugnando uno scettro. Al collo indossa una
collana e accanto al suo trono poggia uno scudo raffigurante un’aquila.
Il bastone del comando, presente in numerose narrazioni, era
utilizzato nell’antichità da tutti i dignitari di alto rango. Il globo, per la sua sfericità che la
collega al simbolo del cerchio e quindi dell’infinito, lo si trova spesso nelle
mani di Dio.
La croce, ancor prima di Cristo, è inteso come il simbolo più
universale della mediazione, ossi una doppia congiunzione di punti
diametralmente opposti che unisce gli estremi - ad esempio il cielo e la terra –
e rimanda all’idea della sintesi e della misura. In essa si congiungono il
tempo e lo spazio, per esempio e croce diviene emblema dell’Imperatore per la
sua prerogativa di mediatore fra Dio e gli uomini, in quanto detentore di un
potere temporale assunto per volere divino.
Tutti questi elementi messi
insieme portano i nostri autori, così come moltissimi altri, a individuare in
questa figura un imperatore che agisce con animo
puro. Il suo, cioè, non è un dominio brutale e oppressivo, bensì saggio e
portato avanti da chi è sorretto da ideali sublimi.
Quest’immagine ci parla di autorevolezza e dominio che parte dal mondo interiore per arrivare all’ambiente
circostante e che viene mantenuto sotto controllo con la serena franchezza di
chi è abituato a comandare ed è consapevole di essere del tutto autorizzato a esercitare
questo diritto.
Per quanto riguarda il
simbolismo dell’aquila, vi devo fare
due segnalazioni. Da una parte, esso si rapporta alla capacità dell’Imperatore
di vedere oltre, alla facoltà che quest’ultimo possiede di scorgere “da
lontano” le necessità del suo regno e inoltre alle sue capacità di scelta
nell’individuare quanto mantenere e quanto estirpare per il bene del suo
popolo. Dall’altra, secondo Jodorowsky, l’aquila sarebbe un esemplare femmina
che sta covando un uovo. Quindi, oltre alla lungimiranza, alla figura di questo
arcano si abbina un significato di ricettività, tipicamente femminile.
Se esce questa carta significa
che non mancheranno protezioni da parte di soggetti molto potenti e influenti
su questioni molto pratiche e destinate a durare nel tempo.
Associato spesso alla figura
del padre, l’Imperatore è un personaggio protettivo, fermo, ambizioso, senza
alcuna esitazione davanti a scelte difficili. Per portare avanti i suoi
progetti, l’Imperatore dispone di una grande volontà ed è anche un eccellente
comunicatore che sa servirsi del carisma per raggiungere i suoi scopi.
Quindi stiamo parlando di un
personaggio maschile che entra nella vita del consultante e che svolge nella
sua esistenza un’azione determinante.
Tuttavia, la carta può
riferirsi al consultante stesso che, in questo caso, uomo o donna che sia,
presenta grandi ambizioni e desiderio di assumersi responsabilità importanti
per evolvere all’interno del proprio contesto. Una persona che non cede
facilmente di fronte agli ostacoli e che tende a portare a termine ciò che
inizia. Il suo difetto potrebbe essere quello di intestardirsi su alcune
questioni e non riuscire a stravolgere il punto di vista. la carta, infatti,
esorta a non disdegnare l’influenza o il consiglio di persone vicine, pur
continuando a far valere la propria personalità e le proprie idee.
Dal punto di vista affettivo: la carta parla di un
rapporto che si stabilizza e/o di una nuova paternità
Sul piano professionale: sono probabili imprese destinate al successo e
il consolidamento di ruoli e posizioni. Inoltre, notizie in arrivo che portano
sollievo in ambito economico, occasioni da non lasciarsi sfuggire, eredità.
Sul piano fisico: pronto recupero delle energie dopo un periodo
difficile; resistenza fisica, vitalità.
Persone: un
uomo forte e protettivo e influente.
Quando l’arcano appare capovolto o in posizione sfavorevole tutto si capovolge.
L’autorevolezza si trasforma
in debolezza o autoritarismo, ma in genere la carta in questa posizione costituisce
un’esortazione a fare più attenzione alle scelte da compiere, al bisogno di
farsi carico delle dovute responsabilità, al rischio di perdere la stabilità.
A questo proposito vi segnalo alcune
frasi che Jodorowsky attribuisce all’arcano:
“Sono la forza in persona e parlo con voi per farvi capire che non esiste nessuna debolezza […] Smettetela di esitare e di sminuirvi. Nessuno può costringervi a fare ciò che non volete fare. […] Sono il vostro guerriero interiore, colui che vede le vostre debolezze e non si lascia indebolire.”
Prima di concludere con i consueti saluti, ecco la domanda di rito: cosa ne pensate
di questo arcano? Cosa vi colpisce dell’Imperatore?
BIBLIOGRAFIA:
Enciclopedia Treccani:
Alessandro Magno
Enciclopedia Treccani: Carlo
Magno
Laura Tuan, Il linguaggio
segreto dei Tarocchi, ed. De Vecchi
Alejandro Jodorowsky, Marianne
Costa, La via dei Tarocchi, ed. Feltrinelli
ICONOGRAFIA:
Alessandro durante la
battaglia di Isso, Casa del Fauno, dal 1843 al Museo archeologico nazionale di
Napoli, Wikipedia
Louis-Félix, Carlo Magno,
1837, Château de Versailles, Wikipedia
L’Imperatore dal mazzo di
Tarocchi Marsigliesi, Scarabeo ed., scatto personale
Di questo Arcano mi ha soprattutto colpito la particolare disposizione della braccia e delle gambe. Le prime formano la base di un triangolo che ha il suo vertice nella testa, mentre la piega delle gambe forma una croce. Si ottiene, in altre parole, il simbolo alchemico dello zolfo, principio maschile disegnato come un triangolo con una croce sotto. Non dicono niente su questo Tuan e Jodo?
RispondiEliminaTi ringrazio della bellissima domanda, Ivano!
EliminaDunque, rispetto al simbolo dello zolfo e alla posizione delle gambe e del capo di questa figura, la Tuan si e Jodo si mostrano piuttosto evasivi, di diverso registro è invece l’argomentazione di Omar e Zaira nel loro saggio Tarocchi, i poteri magici (ed. res Nova Libri).
Ti riporto testualmente ciò che afferma Jodo a tal proposito: “Non ha bisogno di fare alcuno sforzo. Le sue gambe incrociate disegnano un quadrato bianco che conferma il suo essere ancorato alla materia. […] sul braccio e sul copricapo si intravede una figura triangolare, simbolo dello spirito che sta al di sopra del quadrato materiale disegnato dalle gambe.”
Ecco cosa dicono Omar e Zaira, a pag 72: “L’Imperatore agisce sulla Terra con animo puro, il suo dominio non è il dominio bruto e oppressione, le cose del mondo sono accettate non per farsene coinvolgere, ma per agire entro di esse e su di esse in base a un principio superiore che deve necessariamente essere realizzato nel concreto. Tra l’altro la forma dell’Imperatore con le gambe incrociate ricorda il simbolo del fuoco, un triangolo con a croce sotto, che è anche simbolo dello zolfo. […] il magma ribollente arde nelle viscere della Terra, là dove le viscere sono più fitte. […] Questa carta rappresenta la Pietra Cubica, quella scartata dai costruttori e che è diventata pietra angolare sulla quale poggia tutto l’edificio. Essa è la pietra di inciampo, l’ostacolo che deve essere usato come base per la costruzione. […] L’Imperatore è il padrone dei poteri e delle forze umane, ha relazione con il potere. […] egli è la Terra. Pur essendo uno dei quattro elementi, in quanto potenza statica e terrestre di cubo di pietra, concentra tutti e quattro i poteri nella sua quaternità. […] La pietra cubica è la base sulla quale è costruito ogni tempio. […]
E più avanti, a pag 275, parlando ancora dell’Imperatore, nel capitolo dedicato al simbolismo gnostico, continua: “c’è un contratto tra luce che brilla in basso nelle tenebre dell’esistenza terrena e quella che splende in alto, perché tutto emana da Dio. […]
Sinceramente preferisco l'interpretazione delle Rune rispetto a quella dei Tarocchi marsigliesi che sono sempre un po' troppo imprecisi.
RispondiEliminaNelle Rune ad esempio, la carta che qui è l'Imperatore non intende solo la protezione di una figura maschile o il comando in senso lato ma intende anche la componente mentale maschile, la sessualità maschile e il dominio sulle persone, sul tempo e sullo spazio in senso lato oltre che "il dominio di cose materiali".
Wotan è di solito l'Imperatore nelle Rune e questo ne dice di più rispetto all'interpretazione di Jodorowsky.
Un abbraccio.
Grazie dell’interessantissimo collegamento alle Rune, Francesca!
EliminaIn verità ci sarebbe da scrivere pagine e pagine su ciascun arcano, ma diventerebbe difficile da gestire una simile mole di informazioni su un post. Mi ritrovo, pertanto costretta a selezionare le informazioni e approfitto della zona commenti per approfondire. Non conosco abbastanza le Rune, ma dai tuoi cenni sembrano molto interessanti. Mi piacerebbe saperne di più: hai dei testi da suggerire
Ciao bis!
EliminaAspetta, ho anzitutto "L'oracolo delle Rune" di Nigel Pennick (ci sono anche le carte dentro!), poi "Yggdrasil. Guida pratica all'utilizzo delle rune" di Giuseppe Mirisola e anche "Runemal. Il grande libro delle rune" di Giovanna Bellini.
Grazie a te che scrivi post sempre interessanti, così ci si può confrontare e imparare cose nuove.
Una domanda (ma giusto per curiosità): come mai Augusto non è associato alla carta dell'Imperatore?
Un abbraccio!
Grazie, grazie, grazie!
EliminaVoglio saperne di più sulle rune e partirò da questi testi.
Alla tua domanda su Augusto, rispondo più che volentieri, Francesca. Ci si chiede come mai vengano citati solo questi due imperatori, quando sappiamo che la storia ce ne ha consegnati davvero tanti, ma non è un caso. Ciò che accomuna questi due personaggi e che li rende tanto carismatici e autorevoli non è tanto il volume delle conquiste, seppure notevole, bensì il profondo desiderio di conoscenza delle altrui culture. Questo tratto della loro personalità non è passato inosservato, anzi! Unitamente ad altri aspetti (stiamo pur sempre parlando di condottieri) ha permesso loro di perpetuare la propria immagine nei secoli in chiave emotiva. Pensa ad esempio a quanti cavalieri , secoli e secoli dopo, hanno ospitato nelle proprie dimore affreschi raffiguranti questi due. Per esempio, quando andai a visitare il castello del Colleoni trovai nella sua camera da letto l'affresco di Carlo Magno, piazzato lì in qualità di mentore e in un'altra ala del maniero c'era pure un affresco della madre di Carlo Magno, la Berta, a indicare la via della ricerca. Ecco, credo che il motivo sia questo: non conta solo la capacità di amministrare un popolo, ma l'essere dotati di una saggezza intrinseca, del tutto naturale e non ostentata.
Un abbraccione!
Bella e intrigante la figura dell'Imperatore, seppur lontana dalla mia personalità. Non a caso la figura di Carlo Magno, da te superlativamente descritta, incarna le sembianze dell'Arcano in tutte le sue sfaccettature. I commenti precedenti hanno arricchito notevolmente la mia scarsa conoscenza in questo ambito, e sono davvero grata di poter leggere informazioni di cui sono a digiuno. Grazie ancora per questo orizzonte nuovo che si apre davanti ai miei occhi, sgombro finalmente dalla nebbia che ne offuscava la conoscenza. Resto in attesa del prossimo Arcano!
RispondiEliminaSono molto contenta di vedere quanto interesse suscitino i tarocchi anche verso chi non li ha mai accostati prima d’ora. Credo che, al di là del carattere divinatorio, essi rappresentino un mondo espressivo ricco di fascino, oltre che di storia. Grazie di cuore, Annamaria! I tuoi contributi mi restituiscono fiducia e mi esortano a continuare l’esplorazione. Un abbraccio :)
EliminaL' aneddoto di Carlo Magno che non sapeva scrivere è uno dei più gustosi sulla vita dell'imperatore, l'altro è che in tarda età il "nostro" abbia cominciato a soffrire di gotta in consenguenza della sua dieta quasi esclusivamente carnivora ( pare che il fondatore del Sacro Impero non soffrisse le verdure). Per ovviare alla malattia i medici personali del sovrano lo obbligarono a ridurre la quantità di carne ingerita e sopratutto a mangiarla sotto forma di bolliti. Inutile dire che l'Imperatore non accettò di buon grado questa prescrizione e -comportandosi quasi come un bambino- spesso e volentieri scappava in cucina per costringere i suoi cuochi a preparargli qualche portata di carni arrosto.
RispondiEliminaLo so, non c'entra niente con i tarocchi ma mi sembrava un aneddoto divertente da raccontare per far capire meglio la personalità del personaggio.
Non solo è molto divertente l’aneddoto, ma in qualche modo si riallaccia alla figura del tarocco in quanto ne evidenzia il carattere terreno: l’Imperatore è il re del creato e rappresenta la solidità nei suoi aspetti positivi e negativi. Grazie Nick! :)
EliminaEmblematiche le due figure di imperatori associate alla carta! Per quanto riguarda Alessandro Magno, mi hai fatto venire in mente lo splendido mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto dove non sono raffigurati soltanto simboli e personaggi del cristianesimo, ma anche figure apparentemente lontane come, appunto, Alessandro Magno, e persino re Artù. In relazione al desiderio di conoscenza di Carlo Magno, ricordo Alcuino da York, che l'imperatore fece venire alla sua corte per coinvolgerlo non solo nel suo programma di recupero e rinnovamento culturale, ma anche per ricevere da lui delle lezioni. :)
RispondiEliminaLa carta dell'Imperatore mi piace, e noto che lo sguardo dell'uomo e quello dell'aquila sono rivolti nella stessa direzione. Noto in particolare la curiosa propaggine del copricapo, che sembra fare pendant con quella del trono.
Si tratta, infatti, di due personaggi indubbiamente legati da una visione d’insieme molto lungimirante, sostenuta dal desiderio di estendere e intensificare i contatti con diverse civiltà, confrontandosi (e non solo assoggettando) con differenti culture. Il fatto che Carlo si fosse rivolto ad un grande pedagogo come Alcuino da York, che ha dato vita alla Schola Palatina, ne dà ulteriore conferma.
EliminaMi piacciono moltissimo le tue osservazioni sul tarocco, Cristina! Di fatto, entrambi, uomo e aquila, guardano nella medesima direzione. Omar e Zaira sostengono che l’aquila sia riconducibile all’aquila di Giove, uccello sacro che può guardare il sole senza esserne accecato. Di conseguenza, l’Imperatore assume la medesima attitudine, svelando la sua valenza di condottiero obiettivo, non solo lungimirante, ma scevro da preconcetti che potrebbe deviarne il giudizio. La propaggine del copricapo crea un continuum con il trono, che viene ricondotto alla Pietra Cubica. A tal proposito la Tuan indica che, per questa ragione, egli “non è un despota, ma è sorretto da ideali sublimi”.
Dell'imperatore mi colpisce la sua apparente rilassatezza e "normalità", come se l'autorevolezza fosse talmente insita in lui da non richiedere apparenze vistose di alcun tipo.
RispondiEliminaEsattamente, Grazia!
EliminaQuesto è il messaggio più importante ed è molto bello che venga colto con tanta immediatezza.
Un'autorevolezza radicata che non richiede ostentazione.
Grazie mille del commento preciso e puntuale!
Un abbraccio!
Io posso solo riportare ciò che scrissi ai tempi riguardo questa carta:
RispondiElimina“L’Imperatore, dominatore e re terreno, rappresenta il potere temporale; la sua mano è mossa da grande intelligenza e creatività, acquisite attraverso la profonda conoscenza del mondo e dei suoi abitanti, maturata attraverso gli anni.”
Invece della connessione con Alessandro Magno e Carlo Magno (entrambi magni, guarda...) non sapevo nulla!
Precisamente: "potere temporale, intelligenza, creatività e profonda conoscenza del mondo e dei suoi abitanti". L'imperatore rappresenta la Terra, la concretezza, e si relaziona con il potere, ma non con la brutalità, bensì con la saggezza.
EliminaDei due Magni non sapevi nulla? Meglio, no? Così ti ho offerto l'occasione di aggiungere un tassello in più!