martedì 25 luglio 2017

INSIEME RACCONTIAMO # 23




Questa volta ho voluto aderire anch'io all’effervescente gioco,  INSIEMERACCONTIAMO # 23, proposto, come di consueto, da Patricia Moll .






L’ incipit di Patricia:

La lettera.

Aprì la busta e ne estrasse un foglio ingiallito dal tempo. Piccole macchie di inchiostro lo segnavano. Forse era scritta con la penna d’oca. La grafia era decisamente d’altra epoca piena di svolazzi. Bei tempi quelli in cui ci si inviava missive!
Inforcò gli occhiali, lo aprì, sedette e lesse.


Il mio finale:

“Ma guarda, è stato redatto il venticinque luglio del 1717. Che bella coincidenza: come oggi, ma trecento anni fa!” disse tra sé, con una nota di buonumore. E riprese a far scorrere gli occhi sulla pagina.
Però, prima di passarne in rassegna il contenuto girò la facciata alla ricerca del nominativo del mittente, e restò sorpreso.

“Strano” pensò “non sembrano esserci indizi.”

Dopo quell’osservazione decise di concentrarsi. Avrebbe ritardato eventuali critiche e considerazioni a fine lettura. Ora non doveva distrarsi. 

Tuttavia, nemmeno un secondo più tardi, venne richiamato da una voce gracidante, assai familiare. 
Era la moglie che, dal locale a fianco, dove si trovava intenta a scartabellare tra i tanti tomi sistemati in una delle librerie appartenute un tempo ai nonni e, prima ancora, ai bisnonni, risalendo fino ai trisavoli del marito, lo sollecitava a raggiungerla.

“Carlo, non poltrire come al solito. Qui c’è polvere dappertutto e dobbiamo preparare l’inventario da sottoporre al notaio entro domani. Non posso occuparmene da sola, mi devi venire a dare una mano. Chiaro?”.
“Sì, Teresa.” rispose con tono accomodante, dopo aver alzato gli occhi al cielo “Dammi cinque minuti e sono da te”.
“Mai una volta che mi lasci in pace quella erinni” sussurrò piano, in modo da non farsi sentire.

Quante volte, nel corso della loro lunga convivenza, aveva paragonato la moglie a un marziano con il quale non era mai riuscito a trovare la ‘giusta’ chiave di comunicazione?
Gli angoli della bocca assunsero una piega che disegnava un sorriso amaro. Poi, senza indugiare in quelle riflessioni, né senza scomporsi più di tanto, proseguì a leggere.

Sebbene non gli fosse ancora chiaro chi avesse scritto quel messaggio, né a chi fosse destinato, si sentì attratto dalla fitta e arrotondata calligrafia,  dallo stile fluido e impeccabile, così come dall’insolita argomentazione concentrata sull’energia e gli stati vibrazionali .
Arrivato a conclusione tornò a soffermarsi su un passaggio situato circa a tre quarti dello scritto che, più di ogni altro, gli parve decisamente fuori dall’ordinario. 
Quindi, animato dalla natura analitica che lo contraddistingueva, per accertarsi di non averne equivocato le parole e il senso, tornò a rileggerlo:

   “[…] e quando decidi che sia giunto il momento sdraiati, rilassati e lasciati andare completamente. Cadrai in uno stato simile al sonno. Attraverserai una fitta nebbia, ma il tuo spirito, grazie alle  coordinate che ti sto per fornire, saprà individuare e varcare il portale inter-dimensionale corretto, l’estremità del lungo canale che collega i nostri universi.  Viaggiando nel tempo e nello spazio mi raggiungerai. […]”

Estrasse dal taschino della giacca la vecchia Moleskine e l’inseparabile Montblanc. Sollevò lo sguardo verso il soffitto per afferrare quel lembo di memoria che premeva nella sua testa e, con tratto deciso, vergò il foglio.
Appena ebbe finito, infilò la lettera ingiallita in tasca, insieme alla Montblanc e lasciò in bella vista la Moleskine
Subito dopo, cercò la posizione più comoda sulla poltrona e sorrise, beffardo.

Un quarto d’ora più tardi Teresa, paonazza dall’irritazione, entrò nella stanza intenzionata a far scattare l’ennesima sfuriata, ma trovò solo il taccuino del marito, ai piedi della chaise longue, aperto su una pagina.
Lo raccolse da terra e lesse le seguenti righe:

Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno senso per sé, del mondo com’egli ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!

Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore.

Ti ho sopportato per trenta interminabili anni, solo a causa di una maledetta amnesia.
D’ora in avanti, arrangiati!

Carlo





8 commenti:

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    1. Grazie di cuore, Nadia! :-) Felice che il finale di racconto sia stato di tuo gradimento, devo però dire che l'incipit di Patricia era già da sé un gioiellino!

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  2. Brutta cose queste amnesie, Clementina! Fortuna che ogni tanto incidenti come questo vi pongono rimedio ;-) Brava!

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  3. Ah, ma sappi che ho trascritto le coordinate... non si sa mai! ;-)
    Grazie mille! :-))

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  4. Davvero splendido questo breve racconto, strutturato con tutte le componenti per coinvolgere il lettore. Bravissima Clem, per originalità, e destrezza linguistica. Lo definirei un testo avvincente.

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    1. Grazie, Annamaria! È stato molto divertente partecipare al gioco e sono lieta che questo piccolo divertissement ti sia piaciuto! :-)

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  5. Te l'ho già detto vero che sarei interessata????? ahhahahahahahahaha
    Bravissima!

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    1. ahahhahahahahhhahahah!!!!! quando vuoi, non hai che da chiedere!
      Grazie di cuore, ma i complimenti te li faccio anch'io perché quell'incipit era una vera chicca!

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dani.sanguanini@gmail.com